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L'ispettore

Regia di Philip Dunne vedi scheda film

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La recensione su L'ispettore

di spopola
6 stelle

Il film, tratto da un romanzo di Jan de Hartog, narra con una certa originalità le drammatiche vicende di una ragazza ebrea di Amsterdam, scampata ai campi di Auschwitz, che tenta di raggiungere la Palestina, appena finita la guerra, cercando di superare il blocco inglese.

Ottima la definizione psicologica dei personaggi, grazie anche alla buona prova degli attori -soprattutto quella di Stephen Boyd (ma anche Dolores Hart non è male) - che riescono a dare il giusto spessore ai vari “caratteri”, ma non c’è poi molto altro di positivo oltre questo, posso dire, almeno a una visione aggiornata, perchè la regia altalenante fra melodramma e racconto d’avventura, non fa molto per tentare di tenere dritta la barra e portare in porto con sufficiente decoro  l’operazione. Indubbiamente il “mestiere” c’è e si avverte, il ritmo è serrato, ci sono momenti di suspense ben organizzati, pur se risolti con troppa convenzionalità narrativa, ma è troppo poco per un tema come questo, che avrebbe meritato ben atre qualità introspettive per lievitare… che avrebbe insomma avuto bisogno di poter contare su una guida  più solidamente “creativa” di quella che ha saputo offrire Philip Dunne).

Nel frattempo poi si è perso anche l’impatto coinvolgente della “denuncia” sugli ex nazisti rimasti  in libertà fra molte compiacenze consapevoli, che aveva ancora una forte “presa empatica” nel 1962, quando il film uscì, poiché ormai “sappiamo” come è andata a finire quasi sempre, e ci abbiamo fatto il callo, purtroppo. E se allora potevamo illuderci che le cose avrebbero potuto cambiare e prendere una piega diversa, adesso invece non ci scandalizziamo neanche più in questo “rivoltamento” programmato e progressivo ormai da troppo tempo in atto che è andato ben oltre e che tenta, o vorrebbe cercare di farlo, di “sconfessare” anche la storia (e per fortuna per il momento non è riuscito a scardinare completamente le certezze radicate della verità, forse perché ci sono ancora troppi “testimoni” diretti a contraddire e confutare). 

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