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Alexandra

Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Alexandra

di mck
9 stelle

Aleksandr/a.

 

 

Quattro giorni, due sogni nel dormiveglia prima del ridestarsi all'alba ed un ricordo ancora fresco di cose appena vissute, e un brusco risveglio.

 

1.1   Rivoluzione

 

La mia forca conficcata nel linoleum della palestra [...].

Noi siamo le madri senza figli che ammazzano i figli degli altri.

 

Andrea Tarabbia - il Demone a Beslan - A. Mondadori Ed., 2011

 

...Spesso è da forte,

Più che il morire, il vivere.

 

Vittorio Alfieri - Oreste ( atto IV°, scena II° ) - (1776) 1777-1781

 

1.2   Nonna e Nipote.

 

Dopo 7 anni di lontananza reciproca, Aleksandra Nikolaevna

( una grande Galina Pavlovna Višnevskaja, Soprano ( Leningrado, 25 ottobre 1926 - Mosca, 11 dicembre 2012, e in mezzo il mondo, l'Europa e gli U.S.A. ), già moglie di Mstislav Rostropovic, entrambi molto amici e collaboratori di Dmitrij Šostakovic ),

un'anziana signora russa, va a trovare il nipote ( Vasily Shevtsov : per rimanere provinciali : un Jeremy Renner russo ), che "non somigli[a] per niente al principe Myskin" e si trova al momento, e vi è impegnato da un bel po', in Caucaso sul fronte Ceceno.

 

2.1   ControRivoluzione

 

<< Non dovresti sempre portarti dietro la forca >>, ha detto Margarita.

L'ho guardata da sotto il berretto, mentre un rivolo di sudore mi colava sugli occhi.

<< Cosa ? >>

<< Se all'improvviso ci sarà bisogno di correre, quella cosa che ti pende lungo il fianco ti farà cadere >>

<< Se avremo bisogno di correre >>, ho detto, << vorrà dire che sarà comunque finita >>

 

A.Tarabbia, op.cit.

 

Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.

 

Vittorio Alfieri - Della Tirannide ( libro I°, capitolo IV° : "Della Viltà" ) - 1777

 

2.2   Elegia Caucasica.

 

Le macerie si sono assestate, dopo i bombardamenti a tappeto, piccoli arbusti e giovani alberi affondano le loro radici tra i mattoni e le crepe nel cemento degli edifici sventrati, cortili interni che danno sull'orizzonte aperto, e in questo paesaggio, così come i bambini, che continuano a nascere e crescere, fino a diventare ragazzi più grandi, adolescenti quasi adulti, ancora indecisi su quale strada far prendere al loro sguardo, se far sorridere gli occhi o raggrumarli in un ghigno di pietra, muti in un discorso di resistenza, ecco che un falso movimento di macchina da presa esplora in campo fisso con un surrogato di tilt-shift un caseggiato di Groznyj squarciato dalle esplosioni che accoglie il pellegrinare di Alexanda dal Campo degli Invasori al Paese dei Ribelli rintracciando le linee di fuga dell'architettura e ridisegnandole all'interno dell'inquadratura inseguendo le linee cadenti orizzontali correggendone il fuoco della prospettiva ( da cuscino a barilotto ) : come il film che distorce la Realtà riproducendola in una messa in scena quasi classica e mainstream facendole compiere una torsione attorno a sé stessa per restituirne la Verità...

 

3.1 Restaurazione

 

<< Tu >>, ha detto. << Avvicinati >>

[...]

<< Adesso scegline ventisei >>

 

A. Tarabbia, op.cit.

 

Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

 

Vittorio Alfieri - Della Tirannide ( libro I°, capitolo II° : "Cosa Sia la Tirannide" ) - 1777

 

3.2 Arca Cecena.

 

Seduta dentro l'abitacolo di un veicolo blindato, impugnando un fucile che non stringeva nelle mani dalla difesa di Leningrado e prendendo la mira, ne fa scattare il grilletto a vuoto : " Facile ! ".

Non è una tenera nonna, Aleksandra, ma è una donna forte ( " Penso che la mia vita stia giungendo alla fine. Io voglio vivere. Il mio corpo è invecchiato. Ma la mia anima può ancora vivere un'altra vita " ), è stata la moglie di un marito irascibile ed una madre austera e autoritaria.

Galina Višnevskaja vi si dedica in toto : se non fosse Sokurov, il suo regista sarebbe Miyazaki.

 

Il verde olivastro della poca erba che si intravede durante il percorso sulla scorciatoia è prezioso in questa pellicola ( fotografia di Aleksandr Burov ) seppiata e desaturata

 

{ come Madre/Padre e Figlio, i Giorni dell'Eclisse, Molokh-Telets-Solntse [ e in questo "Aleksandra" assume su di sé la reciprocità della presa d'atto su cui s'impernia la Trilogia del Potere : se Hitler e Hiroito ( e Stalin, ch'è e rimane Faust e Demonio ) - ma non Lenin, che invece è un caso diverso trattato in modo ancora differente - vengono ritratti come persone normali e di fenomenale inezia, ecco che la nonna dell'ufficiale russo sul fronte ceceno assume valenze di prodigiosità quotidiana ed esemplare ] e in molte Elegie, ma non in "Arca Russa" e "Faust", carichi, gremiti e densi di colore },

 

piena di polvere e sudore, caldo e sangue.

 

La musica, e la voce di Galina Višnevskaja, è presente quasi solo verso l'inizio e la fine, come un'eco di vite possibili.

 

La genetica, le generalizzazioni, i generi.

Il buon senso che sfida il senso comune.

"Da soli si sta male". La treccia della vita.

 

4.1   un Film di Evidenze.

 

Libero.  

Ma un Popolo libero è egli mai insolente, sanguinario, ed ingiusto ?

 

Liberto.  

Ascoltami, e taci. Di un Popolo corrotto e marcito nella mollezza e il servaggio, ell'era cosa impossibile affatto il crearne un Popolo libero e d'alti sensi, se non si mettea mano al ferro, per estirparne i tanti membri insanabili : se non si organizzava un terror permanente per spaventare i dubbiosi, risolvere gl'irrisoluti, elettrizzare gli stupidi, e vieppiù inferocire gli ardenti; dai quali soltanto le memorabili e sublimi mutazioni promuover si possono, e consolidare. Tutti dunque coloro, che direttamente o indirettamente dalla potenza illimitata traevano o lustro o potenza o ricchezze, nemici necessari di ogni nuova potestà, si dovevano o convertire, o distruggere. Il convertirli riusciva impossibile, o lungo, o dubbio partito; lo spegnerli, era utile e certo. Noi quindi, costretti dalla imperante necessità dei frangenti, anzi che veder tronca a mezzo la nostra magnanima impresa, abbiam dato nelle proprietà, e nel sangue di quei tanti nemici nati del nostro sistema; ed abbiamo in tal modo assodate le basi della libertà, e dell'eguaglianza.

 

Vittorio Alfieri - il Misogallo ( parte III°, prosa IV° : "Dialogo fra un Uomo Libero ed un Liberto", 23 luglio 1794 ) - 1789-1799 (1814)

 

4.2   Contro / Basso Impero.

 

Che la Quadrilogia sul Potere sia una Pentalogia ? O il Dittico Famigliare un Trittico ? O l'arca russa dotata di una scialuppa di salvataggio...

   

Malika ( l'anziana signora Cecena con la quale Aleksandra stringe amicizia, un'altrettanto grandiosa Raisa Gichaeva ) alla protagonista :

 

" Qui è stato distrutto tutto, non soltanto le case. La vita è stata stravolta. I buoni stringono la mano ai cattivi, i santi credono ai diavoli. Dicono belle parole. Mentono continuamente...".

 

Aleksandra a Ilyas, il giovane ceceno figlio di una vicina di casa al paese di Malika che riaccompagna al Campo Militare dell'esercito russo Aleksandra :

 

- Hai mai viaggiato ?

- No.

- Dove vuoi andare ?

- A vedere la Mecca, e da voi in Russia a Pietroburgo.

- Per la Mecca t'arrangi da solo. Ma posso aiutarti a vedere Pietroburgo. A cosa stai pensando ?

- So che non dipende da lei, ma lasciateci liberi. Siamo stanchi, noi non possiamo sopportare per sempre.

- "Noi" chi ? Ragazzo mio, se fosse tutto così semplice ! Qualunque pazienza ha un limite.

 

Il film pretende di mettere in scena questa semplicità di approccio alla vita e alla guerra con disinvolta elementarietà, di sfiancare la complessità delle 'ragioni' umane facendole rincorrere la propria coda.

Ché poi ogni limite ha la sua pazienza.

Un film in cui la forza della ragione si sostituisce sia a qulla delle armi che a quella della commossa speranza.

E ritornando a quell'inquadratura che rappresenta l'arrivo di Aleksandra a casa di Malika, è ancora lo stesso lavoro di interpretazione della percezione che il nostro cervello opera sulle linee convergenti rendendole parallele : nella realtà questo accade naturalmente, ma quando la realtà è riprodotta a due dimensioni ecco che l'auto inganno automatico non può più avvenire : il cervello ha troppo poche informazioni, paradossalmente, e la semplicità non lo aiuta essendo inattaccabile, compartimentata ed inalterabile : l'errore permane, lo sguardo ne è infastidito : Sokurov lavora su questo piano : il suo algoritmo di deformazione della realtà ci indica la via, mettendosi in gioco, compromettendosi, vendendo la propria anima al coinvolgimento su più fronti.

E' un forzare la prospettiva, un'indirizzare la percezione : sta a noi interpretare questo precipitato d'informazione.

Il punto di fuga è la comprensione reciproca.

 

5.1   i Giorni dell'Eclisse.

 

...nuove economie, nuovi schiavi, nuove catene

vecchie teorie nei salotti per bene

dotte citazioni dal tirannicidio dell’Alfieri

ma ferme condanne dell’uso di proiettili veri

fra una calata di barbari e l’altra il medioevo è tornato

tutto ciò che ci eravamo preso lo rivogliono indietro...

 

Giorgio Canali - Risoluzione Strategica #6 - Rojo – 2011

 

" http://www.youtube.com/watch?v=BhwuKK4gcZE "

    

5.2   Arca Russa - postilla

 

Vedo le cose belle e vedo le brutte. Vedo che le persone vogliono cambiare la propria vita per il meglio ma che non sono in grado di farlo, e che per darsi un contegno continuano a mentire a sé stesse per prime, concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano.

Per il mio sistema di valori, è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia. Lo troveranno comunque, è praticamente certo, lo raccoglieranno e se lo mangeranno. Per questo, se si è nati uomini non bisogna fare i funghi.

 

Anna Politkovskaja - Diario Russo, 2003-2005 - Adelphi, 2007 ( trad. Claudia Zonghetti )

 

" Fate la guerra da troppo tempo. Vi siete abituati. Vi piace ? "

 

Malika volta le spalle all'addio e inizia ad attendere la sorpresa di un ritrovarsi, ed io mi ricordo il più buon grano saraceno e carne che non abbia mai gustato.

Sokurov non disinganna il sogno, ma non per questo tradisce la realtà delle cose come stanno. Messe. Male.

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