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L'uomo di Londra

Regia di Béla Tarr vedi scheda film

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La recensione su L'uomo di Londra

di alan smithee
10 stelle

La macchina da presa di Bela Tarr ti prende alle spalle. Ti segue silenziosa, ti pedina da distante, segue gli angoli aguzzi degli scafi dei mercantili, resi ancor piu' taglienti da un chiaro-scuro a carboncino che la splendida fotografia in bianco e nero mette in risalto per avvicinarsi sempre di piu' fino a scoprire il volto del protagonista, che fino a quando non ci viene svelato ce lo immaginiamo con lineamenti arrotondati e porcini dell'Orson Welles de "Il terzo uomo": e tutto sommato non ci andiamo molto distante, quanto a fattezze fisiche. In un porto francese sulla Manica, un guardiano notturno presso una gru che si affaccia sul traffico navale mercantile, si imbatte, dalla sua posizione privilegiata - durante una buia notte ventosa - in un violento alterco tra due uomini che sfocia in una rissa. Uno dei due cade in acqua, l'altro scappa ed abbandona una valigia. Il guardiano scende a terra e si impadronisce della borsa, che scopre piena di sterline fradicie ma di buon corso. Mentre a casa l'uomo deve affrontare l'umiliazione di una moglie che lo ignora o lo insulta anche quando lui, forte del bottino ritrovato, libera la figlia dal giogo di un lavoro spossante e desolante, la polizia, nella persona di un vecchissimo impassibile ispettore, comincia le indagini legate alla sparizione dei due uomini, in seguito ad una denuncia di furto da parte di un imprenditore ai danni dei due dipendenti. Le indagini coinvolgono presto il nostro portagonista che, dalla sommita' della sua postazione, non puo' non aver visto, e la moglie di uno dei due individui sospettati, dato che il cadavere dell'altro viene restituito dal mare poco tempo dopo. Un film popolato di vinti, di persone alla deriva che lottano per una vita che e' grigia come il cielo livido all'orizzonte. La cinepresa di Tarr osserva tutto da distante, omette i particolari che poi decide di raccontare in seguito negli scarni dialoghi che caratterizzeranno l'indagine, e si sofferma soprattutto sui volti pietrificati del protagonista, che arriva ad ammettere colpe piu' grandi della sua per espiare una vita di mediocrita' , solitudine e delusioni; sul viso dolente ed in lacrime della moglie dell'assassino, che segue catatonica un'indagine che giunge presto ad una soluzione che e' piu' un compromesso, e in cui il denaro, piu' ricevuto passivamente che accettato, ripaga amaramente e a caro prezzo un'angoscia che non si puo' scacciare con una manciata di sterline di ricompensa. In sottofondo una efficace e gradevole musica di fisarmonica, triste ma seducente, accentua il disagio e l'atmosfera sospesa e dolente che regna in tutta la pellicola.

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