Espandi menu
cerca
Ai confini del Paradiso

Regia di Fatih Akin vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 242
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Ai confini del Paradiso

di FilmTv Rivista
8 stelle

Tra Germania e Turchia. Tra Turchia e Germania. Amburgo, Brema, Istanbul, Trabzon (Trebisonda). Un'Europa che si allarga e si unisce, che è ancora divisa e diversa, si integra e si scopre incerta e paurosa, attraversata e tagliata da confini ufficialmente invisibili, in realtà ancora profondi. A Brema, il vecchio turco Ali decide di vivere con una prostituta, Yeter, che fa il mestiere per aiutare negli studi la figlia Ayten, a Istanbul. Lui ha un figlio, Nejat, che insegna all'università. Quando, in un litigio, Ali uccide accidentalmente la donna, Nejat va in Turchia a cercare Ayten... E comincia un ininterrotto viaggio tra i due paesi: qualcuno/qualcuna si sposta a cercare un altro/un'altra che si è già spostato, in fuga o in cerca di qualcosa... Una ragnatela di percorsi lungo i quali si intrecciano motivi e domande, la diversità delle culture, lo sradicamento, la solitudine, la pietà, il cambiare patria e non trovarne un'altra adottiva. Anche il terrorismo e il fondamentalismo. Anche un amore lesbico. Fatih Akin, uno dei più interessanti nomi nuovi del cinema interetnico europeo, non ha paura di accumulare temi e questioni: questo è il suo mondo (e il nostro). Nato in Germania da una famiglia di turchi immigrati, è arrivato al quinto film. Da noi è conosciuto per l'energico La sposa turca, Orso d'oro a Berlino nel 2004, e per un bel documentario sulla musica turca, Crossing the Bridge - The Sound of Istanbul. Presentato a Cannes, Ai confini del paradiso ha vinto il premio per la sceneggiatura: che si fonda su un continuo andare e venire, un voler ritornare a casa non sapendo dove stiano le proprie radici, un passarsi accanto senza riconoscersi pur vivendo la stessa storia. Incastri mancati: Akin vuole che ci perdiamo, storditi, dentro questo labirinto come si perdono i protagonisti (per ritrovarsi, forse). Regia solida e matura. Vengono in mente il turco Güney e il tedesco Fassbinder (anche perché c'è Hanna Schygulla). Un bel melodramma romanzesco. Intimo, nonostante tutto.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 46 del 2007

Autore: Bruno Fornara

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati