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Ai confini del Paradiso

Regia di Fatih Akin vedi scheda film

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La recensione su Ai confini del Paradiso

di mc 5
8 stelle

Che meraviglioso spettacolo di emozioni e sentimenti forti, questo "Ai confini del paradiso"!! Un film che smuoverà anche i cuori di pietra piu' refrattari, con la sua profonda carica di umanità, di malinconìa, di rimpianto, di pacificazione. Dello stesso regista, Fatih Akin, avevo visto il pluripremiato "La sposa turca", altro gran bel film, anche se -a mio avviso- inferiore a questo. Ma trovo che non sia stato sottolineato a sufficienza che lo stesso regista ha realizzato un'altra opera portentosa, che qui da noi è passata quasi inosservata; mi riferisco a quel favoloso documentario sulle nuove frontiere della musica turca che è "Crossing the bridge-The sound of Istanbul", che è stato visto da pochissimi, e anch'io a suo tempo me ne lasciai scappare la visione, ma che ho recentemente recuperato in Dvd (e consiglio a tutti di cercarlo, è distribuito dalla Fandango): oltre ad essere splendidamente girato, vi scaricherà addosso un piacevolissimo uragano di ottima musica. Da segnalare che -a testimonianza dell'interesse di Akin per la scena musicale moderna- la colonna sonora del film di cui stiamo parlando è affidata al noto dj/musicista/produttore di origine ucraino-rumena Shantel, già collaboratore di Sasha Baron Cohen. La mia speranza (e il mio auspicio) è che questo film riesca a bissare il miracolo realizzato da un'altra pellicola di produzione tedesca, "Le vite degli altri": le premesse ci sono tutte, bravi attori, storia appassionante, e anche un certo potenziale commerciale non manca (almeno sulla carta), tutti elementi che -me lo auguro di cuore- potrebbero aprire le porte del successo a questo piccolo ma grandissimo film. Qualche riconoscimento importantissimo comunque c'è già stato, tipo il Premio Migliore Sceneggiatura a Cannes 2007, peraltro meritatissimo. Ed autore della sceneggiatura -guarda caso- è lo stesso regista: da questo giovane tedesco di origine turca è lecito dunque aspettarsi per il futuro grandi cose. Si avverte tutto l'amore con cui Akin ha creato questi bellissimi personaggi, tutti animati da uno spirito fragile ma che si rivela poi fortissimo, deboli ma resistenti agli accanimenti del destino. E' davvero raro, in una sceneggiatura, riscontrare una galleria di personaggi inventati dotandoli di un simile spessore umano. C'è poco da fare: Fatih Akin, seppur così giovane, è già un Maestro. Accennavo alla sceneggiatura: è così articolata e complessa che è difficile sintetizzarla in due righe, perchè i destini dei numerosi personaggi si intrecciano come in un meccanismo dove ogni incastro è perfetto. Tanto che la perfezione di questo meccanismo ha fatto storcere il naso a qualcuno, accusando la sceneggiatura di eccessivo artificio, e dunque di essere poco verosimile. Io dissento totalmente: non dimentichiamo che siamo in una fiction cinematografica, e inoltre la bellezza dei personaggi (e il loro spessore umano) è tale da far dimenticare tutto il resto. E poi proprio questo intersecarsi di percorsi di vita lo trovo comunque geniale nella sua precisione di costruzione. I temi trattati (alcuni solo sfiorati) sono tantissimi: rapporti difficili genitori-figli, fondamentalismo religioso, prostituzione, terrorismo e militanza, elaborazione della morte, globalizzazione, omosessualità, e credo di non averli nemmeno citati tutti. Il film è diviso in tre capitoli e non ha MAI cadute di tono. Si parte da un incipit dal piglio realista e si conclude con un finale romantico e struggente, passando per 122 minuti che non conoscono mai cali di emozione o momenti di noia (checchè ne dica chi -in rete- ha scritto che il film è "troppo lento": ma quando mai?!). Io ho individuato, in tanta carne al fuoco, due elementi essenziali: 1) il continuo senso di "attraversamento delle frontiere", che non sono soltanto quelle geografiche (le piu' evidenti) ma anche quelle culturali ed emotive. 2) la riconciliazione famigliare, vissuta attraverso il Perdono come momento alto di di riscatto umano e di ritrovata dignità. Oltre al genio di Akin, il film deve molto anche al talento degli attori, tutti dai nomi quasi impronunciabili e che spero ora di trascrivere con esattezza. Baki Davrak (il giovane professore che -curiosamente- ha una forte rassomiglianza col cantautore Samuele Bersani). Hanna Schygulla (già icona del cinema di Fassbinder, qui felicemente ritrovata in buona forma). Tunnel Kurtiz (il vecchio padre, impulsivo e burbero). Nurgul Yesilcay (la giovane terrorista turca, ruolo difficile, interprete splendida). Patrycia Ziolkowska (la giovane tedesca generosa ed appassionata di nome Lotte, della quale confesso che mi sono un pò innamorato).
Non perdetevi questa magnifica Rappresentazione di Amore e Morte.
PS: Quella piccola libreria semi nascosta tra i vicoli di Istanbul, per me è come se esistesse davvero...e nel mio cuore esisterà sempre, immortale come tutti i Luoghi del Cinema.

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