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Grindhouse. A prova di morte

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Grindhouse. A prova di morte

di stanley kubrick
8 stelle

IL CAPOVOLGIMENTO COMPLETO DELLE OSSESSIONI PSICHICHE  

"Il primo insetto a spiaccicarsi sul parabrezza pulito lo farà esattamente di fronte agli occhi del guidatore." Legge di Drew sulla biologia stradale  

Il cinema di Tarantino ha un ossessione, le donne. L'argomento è presente in tutti i suoi lungometraggi, da Pulp Fiction (ricordate il discorso tra Travolta e Jackson sul massaggio dei piedi?) a Jackie Brown (la protagonista è una donna), passando per i due Kill Bill (anche qui la protagonista è una femmina). Il percorso che tutti questi personaggi percorrono nelle pellicole di Tarantino è come un cammino di redenzione, una voglia sporadica di trovare vie d'uscita da situazione pericolosissime. Questi personaggi sono messi dietro alla macchina da presa di un malato cinefilo, che si è deflagrato le retine a suon di b-movie quando era ancora un ventenne che lavorava in discoteche, bar o quant'altro per raccimolare qualche soldo. Soldi che usava per comprarsi dvd, perchè i malati fanno così. Le donne vengono osservate dallo sguardo silenzioso della telecamera che, ad un certo punto, viene completamente divorata dalla forza assurda del protagonista maschile, Stuntman Mike, che, con la sua macchina "a prova di morte" comincia a spaventare le povere donne.

Le autocitazioni fanno parte del cinema di Tarantino. Gli omaggi più evidenti sono, proprio, alle Grindhouse, sale americane dove venivano proiettati film di serie-b. Lo spettatore, però, comincia già a capire a quali film questo Grindhouse si ispira. I dialoghi mezzi pazzi (Tarantino I Love You) delle "seconde" protagoniste mandano lo spettatore in uno status perenne che disadatta colui che guarda, che osserva, che finge di capire. Punto Zero, Duel, Convoy sono quei titoli da cui Grindhouse (e anche le protagoniste) prendono spunto per raccontare storie oniriche, ai limiti del pensabile (pensate alla scena del bar dove le quattro amiche cominciano a parlare di film con inseguimenti di macchine). Fulci, stavolta, è stato messo da parte. Gli altri si facciano avanti.

Parlare di Grindhouse evitando l'argomento morte è come togliere il ciuccio a un bambino, non servirebbe a niente. L'immensa stratificazione che la morte possiede all'interno di questa pellicola è, semplicemente, spaventosa. Non si parla del processo inverso dll'eutanasia, nemmeno di morti per vecchiaia o giu di lì. Qui si parla della morte in persona. Assume un solo significato, quello di cercare prede per poi torturarle macchinosamente e intrecciarle in un vortice senza uscita. Stuntman Mike, interpretato da un Kurt Russel in gran forma, interpreta la persona dentro l'autocisterna lurida di Duel. La prova di morte consiste nello spiegare in poche parole tutto quello che si potrebbe fare in mille giorni. La macchina da presa osserva gli inseguimenti (perfetti) che si susseguono a perdita d'occhio, spostandosi da un posto a un altro in modo e maniera di riprendere tutto quello che succede. La genialata della prima parte avviene quando, nello scontro frontale, la macchina di Mike uccide tutte le quattro ragazze. Tarantino opta movimenti fermi e continui, dando a ogni donna la possibilità di un autopsia involontaria, che poi si conclude con l'imminente funerale. Ma Tarantino non ha tempo (o forse non vuole?) di fare un funerale alle sue ragazze, il pianto arriverebbe all'istante mentre invece una vendetta lenta e calda sarebbe l'ideale per mostrare allo spettatore la voglia, l'intenzione, la genialità della messa in scena del cinema di un grandissimo regista statunitense.

Il film inizia con una donna che si aggrega ad altre (il gruppo della setta uccisa). Primi piani sui piedi delle ragazze sono l'ideale per far partire al meglio le autocitazioni di cui ho già parlato in un apposito paragrafo. Lo stile di Tarantino si intacca in dialoghi completamente fuori dal mondo, lunghi anche se per niente noiosi e, specialmente, con un alto tasso di parole che entrano in campi semantici quali droga, alcol, sesso. Oltre a, naturalmente, le solite citazioni di altri film. Le tre donne che imperversano davanti alla macchina da presa hanno l'aria da puttane che non si curano nè del proprio corpo, nè dei corpi altrui. Tarantino, anche se venera le donne, vuole dare l'aggettivo che ho appena scritto sopra per distinguerle da quelle che verranno dopo. La pioggia che scorrerà incessante quando le donne arrivano al bar potrebbe essere interpretata come un impulso intrattenibile del regista per farsi perdonare dalle donne. Il suo pianto rovinerebbe la macchina da presa usata per quelle scene. La noncuranza dei fatti successivi viene attribuita da Tarantino come un bisogno incessante di chiedere scusa alle creature che possiede e che, oltretutto, ama come nessuno al mondo.

Quel bar in mezzo al nulla dove le puttane si rifugiano sembra l'"hotel" di Dal Tramonto All'Alba di Rodriguez dove, oltretutto, Tarantino era uno dei due protagonisti (l'altro era George Clooney). Dentro al bar c'è un personaggio onniscente e completamente fuori dagli schemi, interpretato da (indovinate da chi?) Tarantino. Il suo personaggio sembra una resurrezione del personaggio del film Dal Tramonto All'Alba che moriva contro gli zombi. La voglia di bere e di ospitare (farci sesso?) le protagoniste è evidente. Però, quel bar fa conoscere alle nostre un demone, che sembra la resuscitazione degli zombi presenti in Dal Tramonto All'Alba. Quel demone si chiama Stuntman Mike.

La radio è un possedimento terriero e non con cui una persona comunica con il resto del mondo. La pericolosità di un affare del genere è sproporzionata rispetto agli altri mass media. Vuoi per una pubblicità non impostata e quindi non trasmessa, vuoi per un errore con il satellite, vuoi per dei giochini sporchi. In questo caso, la ultima opzione è quella che influisce di più sul comportamento del demone protagonista al maschile. Il giochino indetto da una delle tre donne è quello di far ripetere, a un uomo a caso, una poesia a una determinata ragazza (che fa parte del trio iniziale), cosicchè lei si esibirà in una scena di ballo sexy e provocante. Stuntman Mike è il primo e quindi l'unico che può assistere allo spettacolo. E da qui in avanti comincia il vero incubo.

I desideri repressi di un uomo trovano la luce quando la donna comincia ad essere provocante. Il balletto sexy è ad alto tasso erotico (anche se non si vedono nudità, Tarantino non lo avrebbe permesso), il sangue arriva al cervello del nostro Mike, il che vuol dire che non capisce più niente. C'è una donna di cui ancora non ho parlato. La sfigata del gruppo, anche se dentro a quest'ultimo non ci appartiene. La prima vittima (nella pellicola) di Mike è la prima con cui ci fa conoscenza. Il pensiero della genialità di Tarantino si scontra parallelamente con il pensiero della ragazza, ovvero quello di farsi accompagnare a casa. Tarantino sembra che non sia contento di quella donna, così la da in pasto a Mike, che nel frattempo accetta di dargi un passaggio. Dopo averla uccisa, un montaggio serrato mischiato a un altro a scatti ci mostra la scena della botta tra le due macchine, quella di Mike e quella delle tre ragazze, che nel frattempo erano montate in macchina. Quattro angolature diverse, quattro accenni a quello che succederà dopo, quattro simboli che rappresentano la purezza della mente del geniale regista.

Le quattro donne che stanno davanti alla macchina da presa nella seconda parte della pellicola sono degli angeli che vengono a onorare la parte dei primi. Questi ultimi sono le ragazze che sono state uccise da Mike nella prima parte del film. Tarantino ha paragonato le donne della seconda parte del film ad angeli per onorarle ancora di più rispetto alle donne della prima parte. Questa scelta è azzeccatissima anche per un fatto che poi spiegherò dopo. Tra queste c'è anche la bellissima e sensualissima Rosario Dawson, affiancata da un orda di bellissime ragazze che si vendicheranno di quelle fatte fuori prima dal demone della pellicola.

Lo Ship's Mast è un giochino che gli stuntman fanno per il loro pubblico. Rubare non è consentito dalla legge ma Tarantino, manipolando le ragazze come Mangiafuoco faceva con i burattini, le costringe a "prendere in prestito" una macchina che hanno visto in una fattoria, di cui il proprietario è disposto a vendergiela, però senza un giretto. La tecnica degli stuntman che ho scritto sopra è quella usata dalle tre ragazze (la quarta è uno scherzo del destino, Tarantino sembra averla tenuta nella fattoria perchè voleva che le donne a vendicare quelle già morte fossero tre, proprio come quelle della prima parte) per sfogarsi, ma Stuntman è in agguato.

La polizia tenta di cercare una spiegazione, dopo l'incidente capitato alle prime tre ragazze, a come Stuntman si sia salvato senza andare in carcere. Il regista sembra aver corrotto i poliziotti in modo da far rilasciare Stuntman, cosicchè le donne arrivano per attuare la loro sadica vendetta. Lo sceriffo è il padre, il figliolo colui che gli da una mano. La città è grande (sembra quasi una Sin City per quanto riguarda il potere della polizia al'interno di quella città) e in due soltanto riescono a corrompere anche gli altri, poliziotti inermi destinati a un implacabile destino, quello della morte di ognuno di loro per mano del pensiero di Quentin Tarantino.

Con una nuova macchina e un rombo di motori ancora più devastante, Stuntman applica il processo del tocca e fuggi, ma non aveva in programma di essere sparato. Il capovolgimento completo avviene quando Stuntman, dopo una lunga corsa passata a dar fastidio alle tre (una, quella che stava facendo lo Ship's Mast sopra la macchina, rischiava di morire) e dopo che gli hanno sparato, comincia a fuggire. Le ossessioni in Tarantino cominciano a congiungersi, regalando allo spettatore un inseguimento finale tutto donne e niente uomini. Dopo un bel pò di scazzottate, Stuntman giace inerme nel terreno, Tarantino ha completato il suo scopo.

La gelosia di Tarantino nei confronti di Stuntman raggiunge l'apice quando lo filma mentre tocca i piedi a Rosario Dawson (in quel momento, infatti, sta filmando in bianco e nero, sinonimo della sua incazzatura nei confronti del demone). Per un altra volta, si può dire che colui che decide il fato è l'uomo che sta dietro alla macchina da presa. Il suo nome? Quentin Tarantino.

P.s. Opinione dedicata a Stuntman Miglio, scrittore in questo sito che ha l'avatar della scena tra Stuntman Mike (nome che ci si avvicina...) quando tocca i piedi a Rosario Dawson. Tarantino, a quest'ora, chiederebbe la violazione della privacy ;)

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