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Non è un paese per vecchi

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Non è un paese per vecchi

di amandagriss
10 stelle

Non è un paese per vecchi perché i valori che una volta servivano a stare al mondo paiono proprio andare disgregandosi irreversibilmente,perché il mondo non ha nulla da offrire se non violenza,sangue,dannazione,orrore.Quando trasuda cinismo, ferocia,indifferenza,disincanto,corrompendo fin da subito l'anima che nasce 'sana',quando fa sentire schiacciante il peso ineluttabile del destino contro il quale nulla si può.Per quanto possa credere, sperare con tutte le proprie forze il contrario, l'uomo finisce col morire giovane,di una morte innaturalmente naturale. Bontà,moralità,compassione,lealtà,onestà sono parole in disuso, vocaboli arcaici che rivelano un certo imbarazzo nel pronunciarli, oramai sintomatici di fragilità,paura,stupidità,ingenuità,che diventano terreno fertile per soprusi,abusi,raggiri di ogni genere. Dallo splendido romanzo di Cormac McCarthy,i fratelli Coen ritornano al cinema con un'opera riflessione/riflesso/metafora della nostra contemporaneità: il mondo va a rotoli ''quando si comincia a non dire più grazie e per favore''.Il 'vecchio',rappresentato dal maturo stanco disilluso sconfitto saggio sceriffo,che ha il volto sofferto di un grande Tommy Lee Jones,lascia il passo al 'nuovo' che avanza -incarnato perfettamente da un grottesco Javier Bardem- ,col suo inesauribile bagaglio di distruzione che,incurante del copioso sangue versato al suo passaggio,come un moderno Attila o un Terminator di carne ed ossa rincorre –lentodecisoimplacabile-,i suoi obiettivi,follemente motivato da ragioni senza nome,e non conosce paura,rimorso,pietà,dolore, dubbio,esitazione.Nel mezzo il 'presente',Josh Brolin,ruvido ma con ancora un’anima,che affanna,si adegua,combatte,resiste, soccombe.Tra i migliori adattamenti cinematografici di tutti i tempi,il film dei fratelli Coen è un’opera straordinaria,di grande impatto visivo ed emotivo.Crudo,crudele,violento,più nero della notte fonda,non fa sconti,non propone happy end.Pervaso da un sottile humor nero,tipico di quelle situazioni assurde eppur maledettamente realistiche,scandaglia filosoficamente la condizione umana traendone puro sgomento.Rarefatto, essenziale,sceglie come commento musicale il calpestìo dei passi sull'arido deserto,il tumulto del cuore in fuga dalla morte,il muto assordante scenario di vite brutalmente spezzate in una natura complice ed indifferente insieme.Teso,spasmodico,incalzante nella prima parte; triste,amaro,disperato nella seconda.Direzione fluida e asciutta,fotografia nitida e paesaggi/limbo (deserto, anonimi motel,zone di confine,città e strade opportunamente svuotate),quest’ultimi emblema di un'esistenza perennemente in bilico tra effimero e fissità,fuga e stabilità,passato e futuro,vecchio e nuovo,desiderio di riscatto e bruciante rassegnazione.

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