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Zodiac

Regia di David Fincher vedi scheda film

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Stefano L

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La recensione su Zodiac

di Stefano L
6 stelle

 

David Fincher è il classico regista dalla carriera altalenante: alcuni dei suoi lavori sono gradevoli, altri molto meno. "Zodiac" è una delle sue realizzazioni in grado di attirare maggiormente l'attenzione dell'audience, poiché nell'aspetto ricorda i vecchi gialli tradizionali, e non quella sovrabbondanza di generi che affliggono buona parte delle trame moderne catalogate con l'etichetta "Mystery & Suspense". Il film parte come una bomba a orologeria, riuscendo a mantere il passo spedito, e impressionando la spettatore con un'estetica post-noir elaborata con un certo virtuosismo. Gli omicidi del killer sono sempre più numerosi ed enigmatici, tanto che viene chiamata in causa la collaborazione di quasi tutti gli agenti del distretto di San Francisco, e addirittura la partecipazione di privati. Purtroppo l'indagine ventennale del serial killer non ha mai avuto un esito positivo, e il regista non ha voluto risparmiare nessun dettaglio di questa estenuante caccia all'uomo; di conseguenza il meccanismo narrativo si ritorce su se stesso, e si arriva al momento in cui di carne al fuoco ce n'è fin troppa, e non sempre viene gestita in maniera adeguata con lo sviluppo del racconto, ragion per cui nell'ultima ora ("Zodiac" dura la bellezza di 157 minuti) comincia ad esaurirsi gran parte dell'interesse accumulato all'inizio della storia. Se non fosse stato composto da una struttura così farraginosa, avrei tranquillamente dato alla pellicola una stella in più, ma in questi termini "Zodiac" è un lungometraggio abbastanza sfiancante, colmo di pezzi pleonastici, a causa di un'estensione parecchio dispersiva e poco uniforme. Le interpretazioni, comunque, sono più che convincenti (e una lode particolare va anche alla riproduzione di costumi e ambienti di inizio anni settanta), sebbene abbastanza scarne nell'abbozzamento dei personaggi, fatta eccezione del sempre grandioso Brian Cox.

 

 

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