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Il poliziotto è marcio

Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film

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La recensione su Il poliziotto è marcio

di will kane
6 stelle

Sbirro abile, il commissario Malacarne non esita a inseguire delinquenti violenti, e ad affrontarli a sberle e calci, e se i malviventi estraggono le armi, il poliziotto non sta a guardare. Figlio di un maresciallo dei carabinieri, sta facendo carriera, ma forse non è tutto oro quel che luccica, e il fatto che il funzionario di PS sia sempre presente quando accadono fatti di cronaca nera, comunque riguardanti pesci piccoli, può destare qualche sospetto.... E' uno dei titoli meno celebrati, nella riscoperta del cinema action di Fernando Di Leo, onestamente tra i migliori del periodo, tra "Milano calibro 9" ( il migliore in assoluto), "La mala ordina", "I ragazzi del massacro" e "Avere vent'anni", ma "Il poliziotto è marcio", che nel titolo forse indica non solo il protagonista, ma il sistema della legge dell'epoca, è un lungometraggio che quanto a ritmo, sostanza narrativa e piglio avrebbe da insegnare a molti specialisti statunitensi pure di oggi. Di Leo, sul piano della violenza, lesina poco e niente, tra ginocchiate in faccia ( anche a una donna), coltellate, spari alla testa ( confesso che la scena dell'uccisione del gatto non ho voluto guardarla...) e altro: certo, i due personaggi dei "portoghesi" (che parlano un misto di spagnolo, inglese ed italiano, tutto fuorchè portoghese appunto...), sono un pò forzati e servono solo come espediente narrativo per innescare la resa dei conti finale, e il piazzamento strategico, molto tipico della decade dopo il '70, di J&B, Acqua Pejo, e Punt e Mes, tanto per dire, anticipano di anni il "products placement" che serviva ad aiutare la produzione. Però seppur rigido, Luc Merenda è funzionale al personaggio del protagonista, e Salvo Randone rappresenta il cuore emotivo della storia, nei panni dell'indignato padre maresciallo dei CC. Finale cruento, per niente scontato.

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