Espandi menu
cerca
Le vite degli altri

Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Baliverna

Baliverna

Iscritto dal 10 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 105
  • Post 4
  • Recensioni 2108
  • Playlist 26
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Le vite degli altri

di Baliverna
10 stelle

E' un capolavoro. Non ha niente di finto, di televisivo, di fiction, di facile spettacolo. E' un film molto sincero e sentito, solido, girato da chi ha vissuto quanto rappresenta e voleva rendere sullo schermo l'atmosfera che regnava a Berlino Est negli anni 80. Ulrich Muhe è semplicemente bravissimo: il suo volto impassibile comunica ora gelo, ora odio, poi un barlume di umanità. E' forse il suo personaggio a essere il più interessante: da spietato agente della STASI, a persona che ritrova la sua dignità e fa un passo indietro all'ultimo momento - prima cioè che anche l'ultima briciola di umanità dentro di lui muoia. Il giro di boa avviene quando incontra il bambino in ascensore: lì ha la possibilità di scegliere se essere carogna fino in fondo, aprofittando cioè dell'innocenza del bambino per arrestarne il padre, o se dimostrare che non è un robot senza cuore. Da lì avrà poi un lento risveglio della coscienza. Ma un aiuto decisivo glielo dà paradossalmente l'attrice, quando la incontra al bar. Senza sapere chi egli sia, gli dice che è una brava persona, e lui deve sentirsi il peggiore dei vermi.
L'aria che si respirava nella Germania Est prima dell'89 è descritta con molta efficacia e spessore: il terrore di essere spiati o di fare un passo falso, lo strapotere della STASI e dei membri alti del partito, il clima generale di sospetto e delazione, i sopprusi e la corruzione dei potenti... Poi i movimenti lenti di macchina, gli squallidi scenari urbani, una certa lentezza nell'azione contribuiscono a creare l'atmosfera di grigiore e tristezza che regnava in Germania Est. Ho visto diversi film della ex RDT (e ci sono statoine 92) e posso confermare che essi danno la medesima sensazione, in quei casi non ricostruita ma "spontanea", anche al di là delle intenzioni dei registi. Certo, perché là la vita era veramente così. I metodi disumani degli interrogatori e la tortura psicologica a cui i "colpevoli" venivano sottoposti fanno veramente venire i brividi. Volevano costruire il paradiso in terra, e invece hanno costruito l'inferno. Alcune scene memorabili: la barzelletta su Honecker alla mensa, l'episodio dell'ascensore, le irruzioni della STASI nelle case. Un film vero e necessario.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati