Regia di Jia Zhang-ke vedi scheda film
è tutto una frontiera non in via di esplorazione ma in via di distruzione. natura morta tra detriti e case in distruzione. esseri umani che si muovono alla ricerca di qualcosa o qualcuno altrimenti non c'è differenza da quei posti che vorranno sommersi per sempre sotto l'acqua. non si dicono nulla, anche quando si trovano, dopo tanti anni, se non che si vogliono lasciare o che si volgiono mettere ancora insieme. ma quasi come fosse una battuta di un film che non si riesce a sentire e quindi ad interpretare. una ricerca spasmodica di queste persone in un paese immenso dove tutti si chiamano fratello o sorella. succedono cose straordinarie e stranianti nel bel mezzo di quel pezzo di nazione in evoluzione. paesaggio e persone che convivono e per i quali questi tremendi cambamenti sembrano avere valenze così diverse. una donna vede un ufo e una costruzione prende il volo come un razzo per sfuggire all'innondazione o peggio ancora alla demolizione e trovare rifugio in un altrove che non sappiamo e non ci interessa. ma tutto sembra essere così insignificante. c'è uno scopo dire alla persona che si è sposato che non lo si ama più e che si vuole il divorzio. c'è uno scopo: dire alla persona dalla quale ci si è separati sedici anni prima che la si vuole con sè ancora insieme alla figlia. per farlo(e la moglie non sembra poi quel contento) gli ci vorrà un anno di massacrante lavoro nelle miniere del suo paese, nelle quali sai che scendi, ma dalle quali non sai se risali. si cammina su di un filo sospeso sul nulla, partiti da un rudere, per giungere ad un altro rudere, in un paese dove la vita è veramente difficile e gli interessi individuali si riducono a quelli che forse il partito non può e non ha interesse a controllare, quelli del cuore.
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