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In memoria di me

Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In memoria di me

di hallorann
10 stelle

Matteo Garrone e GOMORRA, Paolo Sorrentino e IL DIVO hanno confermato, a Cannes, che solo loro due posseggono un occhio diverso sulla realtà e un linguaggio cinematografico innovativo capace di varcare i nostri confini. Forse anche Saverio Costanzo che di film ne ha girati appena due, PRIVATE e soprattutto IN MEMORIA DI ME sembra essere sulle orme di questo rinnovamento artistico. Andrea entra a far parte di un convento di gesuiti e comincia un tempo di formazione spirituale; nella sua vita non ha rinunciato a niente e ora “ha bisogno di un ideale per vivere” perché “la libertà che tutti cercano è una falsa libertà”. Intende diventare una persona. Egli non ha un approccio facile con l’ambiente, osserva e scruta i suoi compagni, in particolare il tormentato Fausto (un impressionante Fausto Russo Alesi) che abbandona il noviziato anzitempo. Accortosi della sua fuga durante la notte, riferisce l’accaduto al padre maestro, ma questi (come annunciato nel corso dell’ora di mensa) preferisce mentire sull’imprevisto abbandono per non turbare la comunità. In un momento di raccoglimento i suoi compagni, esortati dal padre maestro, lo definiscono vanitoso, arrogante, supponente, curioso e indiscreto. Un modo singolare e scomodo per invitarlo a riflettere e a ridefinire il suo atteggiamento nei confronti del noviziato. Ogni confratello, a turno, è chiamato a preparare ed esporre l’omelia. Quando tocca ad Andrea pone l’accento su alcune questioni interrogandosi, tra le altre cose, su come sia difficile mettere in pratica le parole del Vangelo. Zanna, un novizio, il quale contesta la sua omelia, professa invece l’amore per Gesù come unico e principale baluardo di fede. Una notte però nella chiesa del convento confessa proprio ad Andrea di giocare a fare l’illuminato, di sentirsi morire lì dentro e sostanzialmente di non credere in niente. Anche Andrea gli riferisce le motivazioni della sua scelta e i dubbi sulla permanenza nel luogo. Quando nell’infermeria, una sorta di stanza-metafora del dolore, muore un confratello dalle sembianze di Cristo in croce, Zanna (che visitava quotidianamente il misterioso ammalato e ritraeva in inquietanti ritratti) decide di lasciare la casa. Andrea, invece, superate crisi e tentennamenti (compresa quella di varcare la stanza/verità), ha preso una decisione, il suo sguardo nel finale, sereno e pacificato ne è testimonianza (“…Dio non mi ha creato inutilmente…”). IN MEMORIA DI ME, vagamente ispirato a LACRIME IMPURE di Furio Monicelli, è un film austero e rigoroso, denso e profondo come l’argomento trattato: la fede e i tormenti degli uomini, il mistero e il silenzio di Dio, le (tante) domande senza risposta insieme a quelle preconfezionate, sicure ed evasive dell’ordine dei Gesuiti (in questo caso). Il bravo e promettente regista-sceneggiatore Costanzo ha la grazia e la mano di un nuovo Bellocchio, non eccede in simbolismi e metafore psicanalitiche, asciutto e concreto presenta un’opera intelligente e matura dal respiro europeo. Sfrutta al meglio gli spazi interni ed esterni del seminario gesuita dell’isola di San Giorgio a Venezia, si avvale di un eccellente reparto tecnico (specie le musiche e la fotografia) e di maiuscole prove attoriali. Il protagonista è l’attore bulgaro Christo Jivkov, un volto e uno sguardo penetranti; l’underground Filippo Timi è Zanna; il già citato attore di teatro Fausto Russo Alesi è Fausto Panella; il padre maestro Marco Baliani; il padre superiore, il tedesco André Hennicke. Quest’ultimo e Jivkov recitano in lingua italiana.

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