La recensione su Rosso come il cielo

"Rosso come il cielo" diretto nel 2004
da Cristiano Bortone,devo dire che
mi è piaciuto molto.

La storia si svolge nei primi anni '70,
e racconta che Mirco,un bambino toscano
di 10 anni,affascinato dalle
cose meccaniche e appassionato
di Cinema,in seguito ad un incidente col fucile
del padre perde la vista e i genitori sono costretti
a fargli frequentare un istituto per non
vedenti a Genova.

Il ragazzino fa fatica ad ambientarsi,anche perché
vittima dei bulletti,e il solo che gli da un amicizia
è Felice.

Per uno scontro con dei bulletti va in punizione
e lì,trova un vecchio registratore e comincia prima a
fare una ricerca con la natura con i suoni con le bobine
delle religiose,e viene richiamato dal burbero direttore.

Ma solo Don Giulio apprende che Mirco ha talento
nel narrare e la creatività di realizzare qualcosa
di nuovo.

Poi conosce casualmente Francesca,
la figlia della portinaia,
e comincia insieme a mettere in bobina e a
inventare delle favole fatte solo di rumori e narrazione.

Nel frattempo tra lui e Francesca,sboccia l'amore,
e con questa favola narrata coinvolgerà sempre di
più tutti gli altri bambini ciechi facendo capire loro
quanto valgono e quanto siano simili a tutti
gli altri coetanei.

Il Film è prodotto dalla Orisa Produzioni
con il supporto del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali,e si ispira alla storia vera
di Mirco Mencacci,tra i migliori montatori
del suono italiani,ed è il 3° Lungometraggio
di Cristiano Bortone,che si dimostra un ottimo
direttore degli Attori,soprattutto di ragazzini,
interpreti principali dove spicca l'immenso
Luca Capriotti all'esordio nel ruolo di Mirco,
ma soprattutto con la storia dei
suoni della natura inizialmente
e di altro realizza un prodotto Cinefilo molto
divertente e interessante.

Il regista è bravo a miscelare la commedia
con il drammatico in maniera sublime,
e ti coinvolge nella storia e ti arrabbi che
il direttore dell'istituto è arretrato e non
capisce niente nel tentativo di creare
qualcosa di diverso,e anche che
anche i non vedenti hanno delle emozioni.

Infatti solo Don Giulio capisce il suo talento
e si scaglia contro il Direttore quando espelle
Mirco,perché sa di perdere un valoroso
allievo,che è da lui incompreso,ed è interpretato
da un sempre bravo Paolo Sassanelli,che a mio
parere non è sfruttato dal Cinema per questo.

Quello che è bello che Mirco quando registra
i suoni monta il nastro in modo che i suoni
vengono collegati con l'entusiasmo dei ragazzi,
e da l'importanza del montaggio,anche quello
Cinematografico.

La scena che mi è rimasta impressa è
quando i ragazzi insieme fanno i suoni,
e anche quella quando vanno al Cinema
a vedere un Film di Franco e Ciccio.

Il Film è stato presentato come "Evento speciale Unicef"
nella sezione per ragazzi "Alice nella città" della
Festa del Cinema di Roma 2006 e pluripremiato
in Italia e all'Estero,però è passato inosservato
ingiustamente nel nostro paese e uscito al Cinema
3 anni dopo.

Da segnalare la buona direzione degli
Attori dove figurano anche:
Marco Cocci, Simone Colombari, Rosanna Gentile,
Francesca Maturanza e un affiatato e simpatico
gruppo di ragazzini di dieci anni di cui alcuni
realmente ciechi.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia di Vladan Radovic,
le musiche di Ezio Bosso
e le scenografie di Davide Bassan,
che rendono una buona ricostruzione
degli anni '70.

In conclusione un buon Film,
dove il regista è capace di
farti immergere nella mentalità
di Mirco,e tifare per lui per la sua
creatività e contempo dandoci
un messaggio che i non vedenti
sono come noi e contro gli istituti
apposta che c'erano negli anni '70,
riesce ad essere Cinefilo e poetico
riuscendo ad appassionarti
alla vicenda per l'importanza del montaggio
e dei suoni,per un finale commuovente.

Il mio voto: 7,5.