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L'amore non va in vacanza

Regia di Nancy Meyers vedi scheda film

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La recensione su L'amore non va in vacanza

di Baliverna
6 stelle

Alle volte ci vuole una situazione imprevista per disfare le coppie sbagliate e comporre quelle giuste.

D'accordo, non è un Rohmer o un Lubitsch, e d'accordo che il lieto fine è talmente lieto da diventare irrealistico, ma questo film non è così frivolo come potrebbe sembrare. Per la verità le due storie d'amore principali, cioè quelle che nascono dopo il trasferimento, sono in effetti piuttosto monocordi e non troppo indagate. Tuttavia le storie che le due donne abbandonano e quella che aveva il personaggio di Jack Black hanno la loro moderata incisività, e riescono secondo me a ritrarre situazioni e personaggi più che verosimili (chi non ha mai visto un uomo come Jasper che sta con una donna come Iris?). Si può anche notare, poi, che i personaggi della Winslet e di Black, sono sostanzialmente simili per atteggiamento verso l'altro sesso e incapacità di dire un no secco non appena si renda necessario. Ha quindi un senso che, quando si incontrano, si riconoscano e si comprendono. Quanto al vecchio Eli Wallach, l'attore sa il fatto suo, e certi suoi sorrisini ricordano molto quelli che faceva sui film di Leone. Il suo personaggio è anche occasione per qualche annotazione gustosa sul decadimento del cinema odierno e su come era nei tempi d'oro di Hollywood.
Insomma, siamo sopra al livello zero di una commediola assolutamente vuota, e sicuramente dentro la sufficienza.
Le due attrici - assieme in un'unica scena - devo dire che si impegnano e non deludono. La Diaz a momenti recita come Woody Allen, senza però scopiazzare, e la Winslet offre dei buoni momenti di donna dolente e strapazzata da sentimenti sbagliati.
Quanto alla regia, offre il minimo sindacale di un'operatrice mandata là dal produttore con due dritte: la Meyers dirige infatti con le quattro nozioni minime e necessarie e senza un pizzico di fantasia. Tuttavia, il suo operato si mantiene sulla sufficienza, specie quanto a tempi e ritmi, e salva del tutto il film dalla noia. Il che, a ben pensare, non è neppure poco.

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