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Lettere da Iwo Jima

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Lettere da Iwo Jima

di mc 5
8 stelle

Che peccato avere cosi' poche occasioni di vedere al cinema simili capolavori. Non ho parole per definire la bellezza intensa e dolente di questa pellicola, candidata non a caso all'Oscar come miglior film e miglior regia dell'anno. E credo (nonostante tutto il mio immenso amore per Scorsese e in particolare per il suo ultimo capolavoro) che la notte del 25 febbraio il mio cuore tifera' per Clint Eastwood. Questo e' Cinema del Presente fatto con un occhio rivolto al grande Cinema del Passato, e che sara' imprescindibile per fare il grande Cinema del Futuro. Cosi' come per il film precedente questo NON e' un film sulla guerra, ne' tantomeno "di" guerra, ma un monumentale saggio di pieta' umana verso le vite dimenticate di chi della guerra fu vittima innocente, di quelle
persone comuni che in nome della guerra hanno sacrificato la loro esistenza. E il senso di quelle vite incompiute e' tutto racchiuso in quelle centinaia di lettere mai partite e dunque mai recapitate. Fondamentale e' il personaggio del Generale protagonista, che il destino aveva messo CONTRO un popolo (quello americano) verso il quale lui non nutriva alcun odio "a priori" , anzi era stato un conoscitore ed estimatore della cultura americana: questo punto deve far riflettere su come la Guerra travolga tutto cio' che di positivo era stato costruito prima, compreso il buon senso, l'intelligenza e la cultura. Struggente poi la contrapposizione fra la Morte a cui sono votati i soldati giapponesi e la Vita, rappresentata dal piccolo figlio lontano del soldato ex-panettiere, il cui pensiero fisso costituisce per quest'ultimo l'istinto di sopravvivenza.
Recensendo il precedente film di Clint, qualcuno aveva tirato in ballo Altman e Samuel Fuller: ci puo' stare. Mentre a proposito di quest'ultimo qualcun altro ha gia' citato Kubrick e Kurosawa: beh, ci sta ancora di piu'...
Imperdibile.

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