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Casino Royale

Regia di Martin Campbell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Casino Royale

di Serum
6 stelle

Si riparte da capo, con una magnifica sequenza iniziale in bianco e nero dove viene mostrato come Bond abbia ottenuto la licenza di uccidere con un duplice omicidio a sangue freddo (due zeri appunto), che prosegue senza soluzione di continuità nella bellissima sigla, sulle note di You Known My Name di Chris Cornell. Poco da dire sul fatto che la parte migliore del film sia la partita a poker: quaranta minuti serratissimi fatti di sguardi, tentati omicidi, paure che crescono e posta in palio che si alza sempre di più (sul tavolo da gioco, ma anche per i conflitti internazionali). Sinceramente avrei preferito che tutto il film fosse così, quasi un Regalo di Natale 2.0, in cui i conflitti personali venivano sostituita dalla vicenda spionistica. Il resto invece è un prodotto action ben confezionato, ma abbastanza tipico e poco memorabile, in cui questo James Bond in formazione non è che venga esplorato poi così approfonditamente come si è detto e scritto. Ho poi alcuni dubbi sulla scrittura, soprattutto vista la seriosità dell'operazione: mi sembra un po' forzata l'impreparazione del MI6 (va bene tutto, ma questi non sapevano del tradimento di Mathis, del tradimento di Vesper, della presenza della CIA al casinò e brancolano nel buio su chi altri stesse dando la caccia ai soldi vinti: ma che caspita di servizi segreti sono?) ed ancora di più il passaggio di Bond e la ragazza da conoscenti ad innamorati a vita, cosa che fa un po' scricchiolare l'elemento di crescita del personaggio, sia per la dinamica (accade tutto praticamente nel giro di ventiquattr'ore e visto il cinismo dimostrato dal protagonista durante il film non mi sembra credibile che lasci un lavoro nell'intelligence britannica per una donna appena conosciuta) che per la messa in scena (dialoghi a tratti zoppicanti ed un montaggio per il quale si ha la sensazione di essersi persi dei pezzi per strada).

 

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