Espandi menu
cerca
The Prestige

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Serum

Serum

Iscritto dal 23 ottobre 2018 Vai al suo profilo
  • Seguaci 7
  • Post -
  • Recensioni 286
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Prestige

di Serum
6 stelle

 

La morte della moglie di Angier è la goccia che fa traboccare il vaso, inasprendo gli animi fino al punto di non ritorno in cui l'ambizione lascia il posto alla follia (o diventa tutt'uno con essa), ma i germogli dell'ossessione stavano già fiorendo da prima, quando un incredibile (e raccapricciante) esempio di totale abnegazione per il proprio lavoro (il collega orientale con la sua boccia) aveva tracciato davanti ai due amici la strada per toccare l'aleph dell'illusionismo, l'assoluto dello stupore collettivo di cui inconsapevolmente si nutrono. Questo è il vero modo per arrivare al prestigio: sacrificare ogni cosa di sé per diventare puro oggetto di meraviglia, frammento di uno spettacolo che stranisce per la sua disumanità. E così Borden è in realtà due persone che basculano fra una vita da protagonista ed un ruolo da comparsa (Fallon) condividendo donna, figlia, casa, pubblico e pure ferite, in un deragliamento identitario che finisce col fargli perdere sempre di più. E per Angier è tale la brama di surclassare il collega da spingersi fino ai confini dello scibile e del tollerabile: la macchina che utilizza lo costringe a dover uccidere di volta in volta i propri cloni (e quindi sé stesso) gettandolo in una nube di confusione in cui non saprà mai chi sia morto fra il sé originale e la sua copia. The Prestige, come nella miglior tradizione nolaniana, racconta in due ore la trama di un film che doveva durarne quattro: è un capolavoro mandato avanti col fast forward del telecomando, in cui per afferrare emotivamente gli eventi a cui si assiste (e quindi farmene fregare qualcosa della vicenda) sarebbe opportuno rallentarlo con un programma di editing. Così invece è un lungo elenco della spesa in cui personaggi che parlano e si muovono ad una velocità smodata compiono azioni sulla carta tremendamente interessanti, ma di cui mi è rimasto poco. Poi ci sono dei problemi coi colpi di scena: alla quarta inquadratura in cui compare Fallon ho detto "ma guarda! Christian Bale coi baffi, gli occhiali ed un cuscino per fargli la panza da Babbo Natale"; la risoluzione da fantascienza alla Jules Verne che riguarda Angier invece sarebbe davvero affascinante col suo velo di mistero, ma ci si arriva troppo in fretta, con uno spiegone appiccicaticcio che priva di qualunque fascino quello che poteva essere un momento altamente suggestivo, riportandolo ad una dimensione di involontaria ingenuità del tutto anticlimatica (una macchina che mandando scariche elettriche, non si sa come, riesce a riprodurre al cento per cento un organismo con tutti i tessuti e gli organi perfettamente funzionanti, e addirittura con un cervello che ricopia fedelmente l'assetto neuronale del precedente, costruendo un individuo che non solo ha lo stesso aspetto dell'originale ma addirittura la medesima mente). Mi ha convinto poco anche il finale: l'ossessione dei protagonisti dovrebbe distruggere entrambi, invece il Borden "buono" (che amava la sua famiglia) termina il suo ciclo in modo tutto sommato consolatorio (nonostante sia stata la sua arroganza, o comunque quella del suo sosia/gemello, a far morire la moglie dell'amico), mentre Angier (che è stato il primo a subire una perdita in questo duello) fa la fine del brigante (e ci mette tre ore a tirare le cuoia dopo che l'altro gli ha sparato...). Peccato perché per il resto lo script è sensazionale (forse anche superiore a quello di Memento): con un altro regista forse sarebbe uscita un'opera incredibile.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati