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The Prestige

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Prestige

di CineNihilist
9 stelle

Mr. Cutter [voce fuori campo]: Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata “la promessa”. L’illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino o un uomo. Vi mostra questo oggetto. Magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare che sia davvero reale… sì, inalterato, normale. Ma ovviamente… è probabile che non lo sia. […] Il secondo atto è chiamato “la svolta”. L’illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora voi state cercando il segreto… ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo “il prestigio”.

 

The Prestige: Christopher Nolan e il suo miglior trucco

 

Incredibilmente dopo il grande successo di Batman Begins, Nolan decide di buttarsi su un progetto più personale insieme alla Warner basato su un romanzo di fantascienza di Christopher Priest
Costato per assurdo meno del marchettone Insomnia e scritto insieme al fratello JonathanChristopher Nolan realizza una delle sue opere più complete e mature, dimostrando tutto il suo amore per la Settima Arte e l’illusione della stessa, costruendo quindi sorprendentemente un’opera metacinematografica senza citare esplicitamente il Cinema e soprattutto riflettendo sul ruolo dell’artista nell’approccio alla sua stessa Arte attraverso un gioco di prestigio talmente raffinato da donare il titolo al film.

 

The Prestige: recensione film di Christopher Nolan e spiegazione finale

 

La storia si focalizza su due giovani illusionisti di Londra sul finire dell’Ottocento, Alfred Borden (Christian Bale) e Robert Angier (Hugh Jackman), entrambi principianti ma desiderosi di un’ambiziosa carriera da illusionisti professionisti. Partendo da gavette, un giorno in uno spettacolo di magia muore la moglie di Angier per colpa di un incidente di scena, gettando nella miseria e nella disperazione il giovane illusionista, dando tutta la colpa del tragico accaduto al suo collega Borden.
Da questo episodio in poi nascerà la rivalità tra i due ex colleghi dove entrambi cercheranno di realizzare l’illusione migliore, sfidandosi nei teatri della città non solo creativamente parlando, ma anche fisicamente, sabotando l’uno lo spettacolo dell’altro con non pochi incidenti che li segneranno per sempre.
La svolta avviene quando Borden riesce a compiere il suo trucco che stava progettando da una vita ossia “Il trasporto umano”, in cui si teletrasporta magicamente da una porta chiusa all’altra. Angier chiaramente ossessionato nel voler scoprire il trucco del suo rivale, si rifà sul suo ingénieur Mr. Cutter per copiare il trucco e renderlo commercialmente più sofisticato rispetto agli iniziali spettacoli “umili” del suo rivale, avvalendosi anche della sua nuova assistente di scena ed amante dicendole di infiltrarsi negli spettacoli di Borden.
Ha inizio da questa ossessione per “Il trasporto umano” una concorrenza spietata e morbosa tra i due illusionisti ottocenteschi, che pur di prevalere l’uno sull’altro con le loro illusioni, andranno oltre i loro limiti “terreni” sacrificando senza troppi scrupoli tutti coloro che li aiutano e li amano, il tutto e per tutto in nome dell’arte dell’illusione e della magia.

 

The Prestige – Il manifesto della poetica nolaniana - ArteSettima

The Prestige: film da non perdere stasera in tv su Iris

 

Il regista per costruire tutta l’affascinante impalcatura di The Prestige, ritorna ai fasti di Memento nel gestire una narrazione non lineare mescolata tra eventi del passato, del presente e del futuro. Questa volta però, adotta uno stile completamente differente per sottolineare i tre elementi essenziali alla base di ogni prestigiatore che poi saranno effettivamente i tre atti del film: la promessa, la svolta e il prestigio.

Basandosi su questa struttura teorica Nolan costruisce come un illusionista l’appassionante e viscerale duello tra i due illusionisti immersi in questa straordinaria ambientazione tardo ottocentesca a Londra, città natia del cineasta che con grande cura e dettaglio descrive perfettamente il suo periodo più glorioso che l’ha contraddistinta rispetto al resto del mondo grazie alle sue invenzioni avanguardiste realizzate da artisti e scienziati straordinari in grado di saper sorprendere veramente la gente dell’epoca.

 

L’affascinante discorso metacinematografico e meta artistico della pellicola parte dunque tutto da questo assunto, in cui il regista inserisce queste due pedine ottocentesche in un discorso perfettamente contemporaneo dimostrando come gli spettacoli teatrali degli illusionisti non fossero altro che lo spettacolo che noi oggi tanto amiamo al Cinema. La collocazione storica è poi emblematica a sottolineare questa similitudine, infatti a fine Ottocento sarebbe poi nato il Cinema che con l’avanzare dei secoli avrebbe preso il sopravvento sullo spettacolo popolare. 
Allo stesso tempo però, Nolan ricerca un ritorno alla classicità analogica del passato per mostrare al pubblico contemporaneo la spettacolarità intrinseca della Settima Arte che è anche composta da geniali artifizi industriali, ma anche da artisti appassionati e ossessionati dallo loro stessa Arte che creano.

 

Entra in gioco dunque uno degli elementi più interessanti del lungometraggio ovvero il discorso sull’ossessione del processo artistico che rientra perfettamente nelle corde del regista britannico e che scolpisce magnificamente attraverso i due protagonisti del lungometraggio a colpi di illusione.
Il conflitto tra Alfred Borden Robert Angier rappresenta dunque il dilemma interiore del regista che nel primo vede l’anima più industriosa incapace di vendersi nella sua passione artistica, mentre nel secondo invece vede l’anima più votata verso lo spettacolo e l’impossibile. 
Entrambe sono le facce della stessa medaglia che nella loro sfrenata passione e competizione arrivano addirittura a superare le normali barriere “umane” per raggiungere il trucco perfetto, il prestigio definitivo per immortalarsi nella Storia, la fama mondiale che li consacrerà agli occhi del pubblico. Questo sfrenato arrivismo intriso di una vana gloria è ovviamente uno degli elementi che porterà ad entrambi gli artisti a diventare schiavi della loro stessa Arte e a perdere tutto ciò che hanno di più caro.
Il ruolo della donna all’interno del film assume un ruolo fondamentale per bilanciare questa mascolinità tossica autodistruttiva piena di segreti, che se assecondata troverà amore e comprensione, ma se violata nella sua intimità artistica troverà soltanto uno sconforto impossibile da razionalizzare per la brutalità dei segreti necessari per continuare il mestiere di illusionista.
La critica all’edonismo è dunque imperante nel discorso di Nolan dove mostra come una concorrenza spietata in qualsiasi campo artistico-scientifico possa portare all’annichilimento stesso dell’individuo come clonare sé stessi per poi ammazzarsi continuamente nel caso di Angier oppure sfruttare il proprio gemello per eseguire illusioni perfette scambiando anche la propria vita privata nel caso di Borden.

 

The Prestige - Nolan e il Doppio - ArteSettima

 

Il parallelismo tra la rivalità dei due illusionisti e quello tra Nikola Tesla e Thomas Edison all’interno di The Prestige è un ulteriore approfondimento storiografico messo in secondo piano che però acquisisce spessore all’interno della drammaturgia del film, introducendo difatti l’elemento della genitorialità problematica nella poetica nolaniana che verrà poi ripresa anche in InceptionInterstellar e per tutta la trilogia del Cavaliere Oscuro
La tipologia di genitorialità problematica che traspare in The Prestige è di natura chiaramente artistica dove nonostante i due prestigiatori si autodistruggano quasi in un esistenzialismo nichilistico, traspare sin dalla prima inquadratura il loro amore per le illusioni che creano che sono le uniche figlie che effettivamente hanno avuto a cuore, ma che indubbiamente gli si sono rivolte contro come il marchingegno di Tesla per clonare e teletrasportare, che a quel punto però supera l’illusione stessa e diventa una vera e propria magia. La stessa pericolosa paternità dell’orribile marchingegno viene infatti negata e ripudiata dallo stesso Tesla, che è conscio ormai di essere stato sì un genio, ma forse anche un mostro e schiavo delle sue stesse creazioni, proprio come i due rivali illusionisti. La tematica del doppio presente più a livello psichico in Memento, in The Prestige viene palesato letteralmente seguendo comunque la riflessione dell’io razionale e dell’io folle che guidano costantemente l’uomo alla ricerca di una perfezione assoluta in un mondo apparentemente perfetto, ma che crolla nello svelarsi del prestigio finale che riporta ad una condizione più terrena la catarsi finale dopo le ingegnose macchinazioni dei due illusionisti, che eliminandosi a vicenda attraverso i loro “doppi”, confermano nuovamente la costante imperfezione della natura umana nella ricerca della perfezione assoluta.

  

The Prestige (2006) di Christopher Nolan - Recensione | Quinlan.it

THE PRESTIGE (2006) Cinematographer: Wally Pfister Aspect Ratio: 2.39:1  Director: Christopher Nolan | Film streaming, Film, Cinéma

 

The Prestige rappresenta quindi la sintesi perfetta del Cinema di Nolan, che attraverso una storia apparentemente lontana nel tempo riesce in realtà a riflettere perfettamente sulla nostra contemporaneità e sullo stesso Cinema, dove quest’ultimo costituisce lo strumento “tecnico” perfetto per indagare le nostre imperfezioni. 
E’ quindi questa l’ossatura cinematografica che costituisce le basi della poetica nolaniana, che personalmente la trovo molto calda nel suo approccio all’uomo, ma essendo quest’ultimo costantemente immerso in un mondo freddo e spesso troppo perfetto, ha bisogno di una messa in scena glaciale e chirurgica per dare quel contrasto emotivo e formale dove gli uomini come pedine in un gioco più grande di loro dovranno trovare la forza di andare oltre quel mondo che riflettono. E non sempre ci riescono perché schiacciati dalle loro stesse ambizioni. Caratteristica in cui rientra anche Nolan che dirige il suo film più autobiografico.

 

Voto 9+

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