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Un'ottima annata

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Un'ottima annata

di George Smiley
6 stelle

Un'innocuo divertissement, una pellicola leggera e schietta come l'aroma di vino che si assapora in Provenza. Russell Crowe, diretto dal regista a cui deve la definitiva consacrazione, interpreta Max Skinner, broker londinese cinico e attaccato al profitto, il quale eredita dal defunto zio Henry la tenuta con vigneto in cui passava l'estate da bambino. Deciso a venderla al più presto, si reca in Francia per un incontro col notaio e per far eseguire una valutazione della villa e dei suoi terreni ma, inaspettatamente, l'alone di ricordi legati alla sua infanzia e al caro parente faranno affiorare in lui la nostalgia per un tempo non ancora corrotto dal denaro e dalla vita mondana e gli renderanno più difficile la separazione dal passato...

Sembra quasi che, in mezzo a tanti film girati e a tanti sforzi produttivi, il vecchio Ridley Scott si sia voluto concedere, come il protagonista del film, una rilassante vacanza. Privo di velleità drammaturgiche, il nostro, dopo l'esordio nella commedia con il gioiellino "Il genio della truffa", ci riprova, questa volta concedendosi a toni più sentimentali e romantici e ad un certo amarcord. Trattasi di pellicola con contenuti semplici e, se vogliamo, banali, già visti in tanti altri film, ma siccome nel cinema è spesso più importante il come si racconta del cosa si racconta, ed essendo il regista ancora oggi uno dei migliori narratori su piazza, questo "Un'ottima annata" finisce per essere un passatempo gradevole, con qualche leggerezza ma che appaga lo spettatore senza palesare particolari ambizioni o cadute di stile, con toni del tutto disimpegnati, caratteristica che non deve per forza essere considerata un difetto dal momento che la pellicola in questione si pone fin da subito come un innocente excursus nella filmografia del cineasta inglese che, fra tanti kolossal e mega-produzioni ambiziose e più o meno riuscite, confeziona un lungometraggio di semplice svago. Nonostante sia indubbiamente uno dei suoi film minori l'attenzione per la fotografia e le locations è come al solito inappuntabile, la quale sottolinea la differenza tra il grigio e monocromatico mondo degli affari e quello luminosamente colorato e a tinte sfumate della vita di campagna. La colonna sonora partecipa del mood giocoso e rasserenante voluto dalla sceneggiatura e mentre Russell Crowe dà il meglio di sé quando si tratta di fare la parte dello stronzo senza scrupoli in mezzo alle splendide Marion Cotillard e Abbie Cornish, quelli che (come viene detto nel film) azzeccano meglio i tempi comici sono Albert Finney e Tom Hollander, il primo nella parte dello zio Henry (mostratoci attraverso dei flashback), il secondo nelle veci dell'irriverente amico di Max Skinner. Film sulla riscoperta dei piccoli piaceri della vita e sulla frenesia e l'arrivismo della vita in città, in bilico fra il presente e il passato, è anche un film sull'importanza dei ricordi, le cose più importanti che abbiamo insieme alle persone care, i quali, nello smarrimento generale della vita lavorativa, possono ricondurci ai luoghi a cui apparteniamo e a cui sono legati i momenti più felici della nostra esistenza. Il suggerimento che ci arriva è di non dedicarci esclusivamente all'accumulo di beni come nel caso del capo di Max Skinner, sir Nigel, il quale tiene un quadro originale di Van Gogh chiuso in cassaforte mentre espone nel suo ufficio una copia, ma di goderci le cose che amiamo e di vivere alla giornata anziché arricchirci sterilmente senza sosta:"L'arte è una passione Max; è importante avere passioni" dice sir Nigel. "Sono passioni o vizi, sir?" risponde Max, "Quando l'hai visto l'ultima volta? Quello vero. Quando lo vedi, Nigel? Fai dei pellegrinaggi a notte fonda giù nel cavò per vederlo?", riferito al quadro di Van Gogh. E lo stolto uomo d'affari non sa che rispondere.

Sicuramente una pellicola all'acqua di rose, un film minore fra i tanti diretti da Scott, che però sa come conquistare lo spettatore e metterlo a suo agio fra le bellezze della Provenza, fra un sorso di vino e l'altro.

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