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Grizzly Man

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su Grizzly Man

di sasso67
10 stelle

Timothy Treadwell è un "puro folle", più o meno come Kaspar Hauser, e in quanto tale va incontro al suo destino, senza portare con sé neanche la compassione dello spettatore (e forse nemmeno del regista), il quale, più o meno consapevolmente, in qualche parte del proprio cervello, pensa che se lo sia andato a cercare. Parafrasando Pasolini e il suo destino, si potrebbe affermare che Treadwell muore, e anche questo gli nuoce. Anche perché non muore da solo, ma porta con sé la fidanzata Amie Huguenard, rimasta a combattere con gli orsi armata di una padella, per tentare di salvare la vita allo strambo compagno. Del quale non si capisce bene se ci fosse o ci facesse. Probabilmente entrambe le cose, anche perché è forte l'impressione che egli non avesse ben compreso la natura, della quale sembra ignorare l'intima, imperitura, inesorabile, crudeltà (come giustamente nota Herzog, che, nello sguardo dell'enorme orso che ucciderà Treadwell di lì a poco, legge soltanto un'ottusa volontà di procurarsi il cibo). *Nei confronti di questo personaggio, indubbiamente peculiare, resta l'invidia dell'Herzog regista, per essere riuscito a catturare immagini che molti registi delle produzioni maggiori possono soltanto sognarsi, come la lotta tra i due enormi grizzly e quelle delle volpi che lo seguono come cagnolini. E non si può non provare una sorta di sconcertata tenerezza per un ragazzone di 46 anni che si commuove toccando lo sterco caldo della sua orsa preferita. E, in questo, Treadwell non può non ricordarci il Babino lo sciocco dell'omonimo racconto di Tolstoj, il quale voleva andare per il mondo a dimostrare la sua grande cortesia: «Ho capito: fece Babino sono stato uno sciocco, ma non sbaglierò più. E si mise di nuovo in cammino.

Giunse finalmente presso la grotta di un eremita.

Salve, amico disse Babino. Il Signore ti conceda nozze felici e figli numerosi.

L’eremita si rannuvolò Per quanto egli fosse abituato ad avere pazienza, questa volta gli saltò la mosca al naso. E prendendo le parole di Babino come una beffa, afferrò il bastone che gli serviva per scacciare i diavoli e lo ruppe sul groppone di Babino.

Sciocco che non sei altro! lo rimproverò la madre. All’eremita tu dovevi dire: Benedicimi, padre!

Ho capito fece Babino.

E si mise di nuovo in cammino.

Questa volta incontrò un orso che stava divorando una mucca. Babino gli si avvicinò incuriosito e disse all’orso: Benedicimi, padre!

L’orso, disturbato nel bel mezzo del suo pasto principale, afferrò Babino tra le sue zampe, lo gettò a terra, lo pestò ben bene e alla fine lo fece rotolare in un fosso.

E’ stato un orso anche tropo gentile! commentò la madre appena seppe la cosa.»

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