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Pasolini prossimo nostro

Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Pasolini prossimo nostro

di Zarathustra
8 stelle

"Non c'è alcuna differenza tra l'essere vivo e l'essere morto". Il film si apre così e già dice tutto. Pasolini è ancora vivo ed è ancora attualissimo. Un documentario fatto davvero bene che associa le immagini del film "Salò e le 120 giornate di Sodoma" a materiale inetito che comprende interviste al poeta riguardanti lo stesso film e immagini girate durante le riprese nel 1975. Un Pasolini degli ultimi anni cioè disilluso e profondamente arrabbiato che racconta con grandissima attualità la nostra società, non solo di allora ma anche e, forse soprattutto, di adesso. Parla di come con "Salò e le 120 giornate di Sodoma" abbia voluto rappresentare il mondo di oggi e le persone che lo compongono, questo nuovo fascismo, questa nuova dittatura che si basa sul consumismo e sulla partecipazione degli stessi uomini, il consumismo è l'unica dittatura della storia la quale non è solo imposta ma accettata e anche incrementata dalle stesse vittime. Pasolini parla in modo lucido dimostrando tutta la sua grandezza di intellettuale mentre scorrono fotogrammi del film che danno un peso maggiore a ciò che dice dimostrando come quel film al tempo poco capito e considerato scandaloso è la quintessenza della società, del mondo e degli uomini che lo compongono. Il sesso è la metafora dello sfuttamento dei potenti sul resto dell'umanità che però accetta questo soppruso, in Pasolini non esistono vittime ma gente che si adegua e accetta il sistema che gli viene imposto credendo di essere libera e protestando per i suoi diritti, diritti falsati e anch'essi imposti dall'alto; così abbiamo l'intelettuale Pasolini che ci racconta quello che siamo e ci fa capire quanto siamo idioti e conformomisti, una socità composta da una massa che ha fatto di tutto in modo da distruggere l'indivuo, il singolo non si adegua alla società dei consumi, può essere pericoloso e allora viene eliminato, bisogna fidanzarsi, sposarsi, consumare, consumare e consumare. L'amore è anch'esso un imposizione dall'alto, la società dei consumi si fonda sulla famiglia e spinge l'individuo a unirsi in coppia, l'amore è fasullo, falsato appunto perchè deciso dall'alto, noi non siamo vittime ma complici della nostra distruzione. Pasolini tira fuori in poche parole tutta l'essenza del suo pensiero, il pensiero disilluso e pessimista degli ultimi suoi anni, lui è disilluso e pessimista non perchè cattivo ma perchè è arrabbiato ed innamortato dell'uomo e quando lo vede distruggersi o farsi distuggere si incazza ed è sconsolato, non rimane nemmeno la speranza: "sperare è una cosa stupida, - dice lo stesso Pasolini - è solo un modo che hanno i partiti politici per sopravvivere, fanno credere nelle speranze per far aumentare il consenso". Un documentario che ci racconta di Pasolini e ci racconta chi siamo e, che ci fa capire quanto bisogno avrebbe la nostra società di un uomo come lui a raccontarci chi siamo nella nostra misera contemporaneità!

Sulla colonna sonora

La musica del film del 1975 (Morricone) associata a Chopin e altre.

Su Giuseppe Bertolucci

Ottimo documentario. Il montaggio rende le immagini conpresenti ai discorsi di Pasolini e li amplifica, li rende ancora più intensi e chiari. Un ottima prova per Giuseppe Bertolucci.

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