Regia di Henri Colpi vedi scheda film
Film piuttosto originale, dal tono dimesso e dal ritmo lento eppure coinvolgente, che rappresenta per accenni ma in modo molto efficace la spaventosa esperienza dell'occupazione nazista della Francia, con le rappresaglie e le deportazioni che la caratterizzarono. Attraverso la figura di quel pover'uomo che ha perso la memoria in quanto non in grado di conservare ricordi troppo racapriccianti, il regista ci dà un ritratto di quale incubo erano stati quegli anni bui e quali tracce indelebili avevano lasciato sui sopravvissuti. La Valli è molto brava ed interpreta moglie rimasta sola con in mano un telegramma del governo che certificava la morte in guerra del marito, che ha una mezza storia con un altro uomo (mezza perché il suo cuore è ancora occupato), che infatti ha sempre sentito nel suo intimo che lui invece era vivo e che sarebbe tornato... Poi il ritrovamento, gioioso e doloroso insieme, e il risveglio del grande amore di allora. A un regista come Colpi che sa tenere desta l'attenzione pur senza inseguimenti e sparatorie e approfondendo anzi l'interiorità e la psicologia dei personaggi, va dato un grande merito. Alcune scene sono commoventi, come quando chiamano il marito per nome nella speranza di fargli recuperare la memoria, e lui, confusamente memore di un altro momento in cui fu raggelato dal sentire la Gestapo che invece lo chiamava, mette le mani in alto e si ferma per qualche istante... Poi torna l'oblio. Il finale, tutt'altro che ottimista, è forse un tantino troppo aperto e un po' incompiuto. Comunque i ritratti umani sono convincenti ed efficaci.
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