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Flags of Our Fathers

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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BobtheHeat

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La recensione su Flags of Our Fathers

di BobtheHeat
7 stelle

A vedere il nuovo Clint, alla prima visione serale dello scorso venerdi, eravamo in 4 gatti in sala. Per certi versi meglio cosi', meglio SEMPRE evitare la confusione e "quei personagggi" che commentano il film ad ogni battuta. Forse in molti hanno pensato:ancora un film di guerra! Ma sulla seconda guerra mondiale cos'altro c'e' ancora da dire...A tutti coloro che, anche solo per un attimo, hanno pensato cio', posso dire che stanno commettendo un errore piuttosto grave. Perdersi "Flags of our fathers", che di "nuove cose" sulla Seconda Guerra Mondiale e non solo, ne dice parecchie, sarebbe infatti un grave peccato. Perche' si tratta di un film fortemente "Fordiano", molto onesto e sincero, dolente e commovente, con immagini di guerra filmate (con una fotografia che vira quasi al bianco e nero) in maniera straordinaria. Un film senza eroi, senza buoni e cattivi, che trae grande forza da un montaggio estremamente efficace del sempre bavissimo Joel Cox e dal commento musicale dello stesso Clint. Se non arriva al cuore come i suoi ultimi due ultimi capolavori, se non ne ha la stessa potenza, e' solo perche' il soggetto di Paul Haggis tende a volte a ripetersi. A spiegare un po' troppo, anche con la voce narrante, situazioni gia' ben (spesso amaramente) chiare. A cadere a volte nella "retorica dell'antiretorica". Nonostante questo, nelle sue immagini e nei volti dei suoi protagonisti, specie in quella dell'indiano Adam Beach/Ira (quello meglio descritto nonche' piu' amato dal regista, mentre gli altri sono un po' sottotono, anche a livello di recitazione ed espressivita') si respira un'aria di sofferenza, di pieta' e di tragicita' decisamente molto forte. Ed inusuale. "Flags of our fathers" e' un film che ci dice in modo esemplare che ogni guerra alla fine e' sinonimo solo di dolore. Semplicemente che in guerra non si combatte (solo) per la patria, ma soprattutto per la propria pelle e per quella dei propri compagni. Come dimostra Barry Pepper/Mike( forse l'unico personaggio eroico di un film che di eroi proprio non ne vorrebbe) quando decide di andare in prima linea per combattere, come promesso solennemente, insieme al suo plotone. "Flags of Our Fathers" e' anche un film che ci mostra amaramente e tristemente come la mediocre classe politica di una Nazione (qui gli Usa, ma anche gli altri son messi male...isn'it?) arrivi a sfruttare i sentimenti e i destini dei soldati sopravvissuti, rendendoli poco piu' che dei burattini. Ad infischiarsene (ieri come oggi) di raccontare la verita', sino ad arrivare a stravolgere la realta' senza vergogna a fini propagandistici. Capace dunque di (s)vendere all'opinione pubblica qualsiasi tipo di menzogna e di spettacolarizzare in modo kitsch ogni evento pur di uscirne con la consueta immagine di "Superpotenza". Se nel sottofinale c'e' forse qualche retorica di troppo (il figlio sul letto di morte del padre) che qualcuno, ne sono certo, attribuira' "malignamente" al produttore Spielberg (ma la sua mano invece e' sicuramente evidente nella qualita' e nella ricchezza della produzione) e' vero pero' che poi il film torna a livelli altissimi con le immagini di chiusura. Le quali mostrano prima i nostri "antieroi" , solo dei semplici ragazzi, concedersi come meritato premio, subito dopo aver conquistato la vetta del monte Suribachi, un liberatorio tuffo nelle acque di una spiaggia poco lontana dal campo di battaglia. Immagini toccanti e di sincera poesia tra le migliori (e non e' poco) del cinema di Clint. E che fanno da preludio a quelle commoventi che scorrono lungo i titoli di coda, dove scorgiamo grazie a splendide fotografie d'epoca, i veri volti dei protagonisti. ***VOTO 7***

Cosa cambierei

ps Una nota sul doppiaggio, che mi e' sembrato spesso non all'altezza di una produzione cosi' importante.Inoltre, almeno nella copia da me vista, c'erano evidenti momenti di fuorisincrono, specie all'inizio del film. Ad Haggis vorrei invece poter dire che almeno un ..."fottuti bastardi"...rivolto al "nemico"..."poteva lasciarselo scappare...la ricerca del "politicamente corretto" a tutti i costi, non sempre e' sinonimo di autenticita'...I problemi del film risiedono nel suo soggetto.

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