Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
La svolta "storicistica" di Eastwood, partita nel 2006 proprio con "Flags of our fothers" e proseguita nello stesso anno con "Lettere da Iwo Jima" e, cinque anni dopo, con "J.Edgar", pur se lodevole nel tentativo di creare un percorso diverso nella sua ampia produzione, non si è del tutto dimostrata convincente rispetto a quelle pellicole dove emerge il lato più intimistico ed empatico con i suoi personaggi (da "Million dollar baby" a "Gran Torino" fino al più recente "The mule"). Ciò non toglie che tutta la professionalità e la bravura nel dirigere gli attori da parte del grande Clint emerga anche in questa pellicola, che racconta con onesta lucidità la vicenda di tre "eroi per caso", passati da un gesto storico (l'alzabandiera sul monte Suribachi durante la guerra tra americani e giapponesi nel secondo conflitto mondiale, in realtà ripetuta due volte a beneficio di fotografi e cineprese) all'essere strumentalizzati per una serrata attività di propaganda governativa alla ricerca di fondi e sostegno dell'opinione pubblica alla guerra. Notevole comunque, e minuziosa, l'opera di ricostruzione storica dell'evento, a partire dall'intensa scena dello sbarco con un'azzeccata scelta di utilizzare colori terrei e impalpabili, una sorta di via di mezzo tra il colore ed il bianco e nero, in grado di trasmettere maggiormente la crudezza e la drammaticità di quei momenti.
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