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Intrigo internazionale

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su Intrigo internazionale

di Antisistema
9 stelle

Alfred Hitchcock è un regista con cui tranne qualche film, difficilmente sono riuscito ad entrare in piena sintonia, sarà perché più che registi nel cinema cerco intellettuali pensatori e tale regista non lo è nel senso stretto nel termine, costringendo talune volte a dover visionare più volte i suoi film prima di coglierne il meccanismo posto alla base. Intrigo Internazionale (1959) l'ho dovuto vedere per la terza volta per iniziare ad intravedere il genio nascosto dietro la superficie ingarbugliata della narrazione e praticare una delle rivalutazioni più eclatanti fatte dal sottoscritto per un'opera cinematografica, che indubbiamente risulta molto più leggera e lontana dalla profondità psicologica del precedente Vertigo (1958), anche se riserva sorprese lungo il suo sviluppo. Hitchcock parte con la suggestiva inquadratura dei vetri di un palazzo, che riflettono le macchine sottostanti del traffico cittadino di New York, accompagnata dalla suggestiva colonna sonora di Bernard Hermann dai ritmi di un rompicapo dalla soluzione impossibile, mettendo in chiaro sin da subito l'intricato gioco di riflessi che ruota intorno alla figura del borghese pubblicitario Roger Thornhill (Cary Grant), scambiato da un'organizzazione criminale per un certo George Kaplan, che cercano per questo motivo di farlo fuori.

Lo scambio d'identità ritorna nuovamente al centro dell'indagine del regista, con la tipica figura dell'innocente che deve discolparsi in questo caso dall'accusa di omicidio perchè la polizia come al solito nei film del regista non serve a nulla, così il protagonista non può fare altro che andare alla la ricerca del vero George Kaplan per risolvere la faccenda, imbattendosi lungo la sua ricerca nella bellissima Eve Kendall (Eva Saint Marie), la quale sembra avere dei legami con gli uomini che hanno cercato di far fuori Roger in precedenza, i quali sono capitanati dal misterioso Phillip Vandamm (James Mason).

 

Cary Grant

Intrigo internazionale (1959): Cary Grant

 

Se uno cerca l'antenato del concetto di blockbuster, Intrigo Internazionale sicuramente è il candidato più idoneo al titolo, grazie ad un montaggio che riesce a dosare i tempi della commedia, del romanticismo puro e dell'azione, calibrando bene i cambi di tono e genere che si susseguono, visti i numerosi colpi di scena e le molte trovate d'ingegno di Robert, con cui riesce ad uscire da situazioni difficili come all'asta di oggetti d'arte. La realtà non è quella che sembra ed Hitchcock si diverte a giocare con il concetto messa in scena sovvertendo le aspettative dello spettatore nel rappresentare una scena di agguato in uno stradone di campagna fuori Chicago in pieno giorno e senza nessun pericolo che possa saltare fuori... a meno che non venga dall'alto tramite un aereo! La sequenza molto difficoltosa dal punto di vista tecnico e che si giova di riprese in esterna combinate con altre in studio, riesce a generare un'ottima tensione nello spettatore giocando con i vasti spazi aperti in cui è impossibile trovare riparo e da un luogo rassicurante, si è trasformato di colpo in una trappola.

Il lavoro sulla location ritornerà nel finale, con l'ambientazione nel covo di Vandamm e successivamente nel lungo confronto finale sul monte Rushmore, per uno scontro epico tra tutti i personaggi principali della pellicola, in equilibrio precario data la conformazione del luogo e la grande altezza dal suolo.

Azione, avventura, intrighi, colpi di scena, umorismo (che serve a mascherare le forzature della sceneggiatura) e un po' di romanticismo passionale come i capelli biondo accecanti di Eva Saint Marie, valorizzati dalla macchina da presa del regista, abile nel tratteggiare l'ennesima bionda di ghiaccio della sua filmografia, anche se rispetto a Grace Kelly, Eva Saint Marie sembra possedere un magnetismo "letale" se non tenuto a bada dal partner.

La trama sconta una infelice rivelazione dell'identità di George Kaplan subito dopo l'accusa di omicidio mossa a Roger, nonché delle forzature nello sviluppo e una generale non credibilità di base(un borghese apatico affronta e sgomina tutto da solo la banda dei cattivi addestrati ed esperti?), con cui si ovvia con una dose adeguata di ironia, con la quale il regista cerca un distacco umoristico dalla materia narrata, la quale comunque si segue molto piacevolmente lungo la sua durata. Intrigo Internazionale ottenne un gran successo di pubblico e critica, ma i primi a percepirne le innovazioni furono i nascenti film della saga 007 e Sciarada di Stanlay Donen (1963), per poi fungere da fonte di ispirazione per molti blockbuster successivi che pur replicando la formula, ne aumenteranno le dosi di spettacolarità, senza mai raggiungere i risultati di questo capolavoro.

 

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