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The Untouchables - Gli intoccabili

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su The Untouchables - Gli intoccabili

di Mr Rossi
8 stelle

L' ultimo dei classici polizieschi sugli eroi della legge americana che fecero crollare l' impero del crimine del boss dei gangsters Al Capone. Grande cast di volti vecchi e nuovi di Hollywood e una realizzazione impeccabile anche se, per chi non ama quel genere, questo film, una volta guardato, può lasciare alquanto distaccati.

 

Lussuosa versione cinematografica di un vecchio telefilm americano in bianco e nero degli anni sessanta con protagonista Robert Stack sulle vittoriose imprese dell’ agente dell’ FBI Eliot Ness, tempo fa famoso in patria per aver fatto arrestare e condannare il famigerato boss dei gangsters di Chigago Al Capone. Un film molto romanzato e liberamente ispirato alla vera realtà dei fatti come lo fu l’ omonimo telefilm, dato che Ness non sparò manco un colpo di pistola contro i gangsters di Capone e riuscì a incriminarlo solo per frode fiscale che non per omicidio continuato, strage o traffico di alcolici, allora vietati da una legge americana di breve durata. Passato il loro breve periodo di gloria i due nemici fecero una misera fine. Dopo un periodo di detenzione trascorso al penitenziario dell’ isola di Alcatraz, Capone morì di sifilide ormai invalido e pazzo nella sua villa principesca in Florida assistito dai fratelli che continuarono le sue imprese criminali mentre l’ intrepido agente del fisco Ness morì solo, dimenticato e alcolizzato. Per la serie la vita non è un film.

 

   Quanto al film di Brian De Palma si nota subito un perfezionismo da documentario storico con un ottima ricostruzione della Chicago dei primi anni trenta e una scelta indovinata dei volti dei protagonisti e dei personaggi secondari, esaltati anche dall’ ottimo doppiaggio italiano di quel periodo (Ferruccio Amendola-De Niro, Sergio Di Stefano-Costner, Pino Locchi-Connery e altri). L’ ottima qualità tecnica comprende anche abiti di scena firmati da Armani e le epiche o malinconiche musiche di Morricone. Probabilmente quella di Robert De Niro è stata l’ interpretazione più convincente di quel famigerato capo dei gangster degli anni trenta, molto spietato sia con i suoi nemici che con i suoi sgherri, tanto che ne uccide uno a mazzate alla fine di un pranzo perchè colpevole di aver fatto scoprire da Ness un deposito clandestino di liquori. Che poi Scarface si commuovesse a sentire il lamento del pagliaccio di Mascagni al teatro lirico dopo aver saputo dell’ ennesimo omicidio commesso per suo ordine, sarà stato possibile anche si stenta a crederci considerando che genere di personaggio era.

 

   Ma la cosa più insolita è la rappresentazione dell’ agente federale Ness  impersonato dall’ allora giovane e poco noto Kevin Costner come un eroe per scelta personale con i suoi umani affetti e difetti e non come il solito invincibile e invulnerabile sterminatore di cattivi alla Rambo di tanti film made in USA contemporanei a questo ma di ambientazione più moderna. Anche i suoi pochi e fidati tre colleghi della squadra degli “Intoccabili” da lui scelti sono delle persone di varia estrazione e carattere, due dei quali destinati a morire uccisi dai sicari di “Big Al”. Tra questi agenti speciali incorruttibili si notano un giovane allievo poliziotto abile con la pistola (Andy Garcia) che prima di arruolarsi ha cambiato le sue generalità italiane in George Stone e un molto più impacciato ragioniere che non avrebbe mai immaginato di usare un arma in vita sua (Charles Martin-Smith). Comunque il miglior interprete del film fu giudicato il già anziano e mitico Sean Connery, tanto che si meritò l' Oscar come miglior attore non protagonista nel ruolo dell' esperto poliziotto di origine irlandese Jimmy Malone, braccio destro di Ness e figura di spicco degli "Intoccabili". L' altro personaggio immaginario interpretato da Garcia forse era in parte ispirato al terzo fratello di Al Capone, Vincenzo alias James "Two Guns" Hart, un eroe di guerra dalla mira infallibile, poi diventato, incredibile ma vero, un agente federale, poi sceriffo e amico degli indiani del Nebraska, al quale il cinema americano non ha mai dato attenzione. Quando la realtà supera la fantasia.

 

   Alla fine della storia si capisce subito che si tratta di un kolossal girato per mitizzare certi vecchi eroi con il distintivo della storia della cronaca nera americana oggi dimenticati e per chi non ama troppo quel genere di film alla fine della visione può lasciare alquanto freddi e distaccati, nonostante tanto sfarzo e spettacolarità esibiti. Quanto al resto siamo alla solita rappresentazione americana dei criminali italoamericani di origine meridionale che niente aggiunge a quanto sia era già visto sul grande schermo e per quanto mi riguarda alla fine di questo film ho avuto la stessa sensazione di uno che aveva appena finito di leggere un racconto a fumetti ben disegnato e colorato, ovviamente di autore americano.

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