Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Leo e Ale sono fratello e sorella, sono nati in Sicilia e vivono a Roma. Lui, sulla quarantina, decide di tornare nel paese natio per visitare la casa della loro infanzia, che è il luogo alla base di tutti i traumi vissuti dai due.
Quarto lungometraggio a soggetto per Roberto Andò, cineasta dotato e qui impegnato a dimostrarlo, spesso vanamente. Perchè la sceneggiatura da lui stesso scritta insieme a Salvatore Marcarelli affonda fin da subito nei luoghi comuni (lo psicanalista con trauma d'infanzia, il procrastinare la scena madre fino all'ultima sequenza...) e trascina con sè la credibilità di un'opera pur confezionata con mestiere come questa indubbiamente è (fotografia: Maurizio Calvesi; montaggio: Jacopo Quadri). Anche le scelte di casting non hanno premiato il risultato: Alessio Boni, Claudia Gerini, Donatella Finocchiaro, Emir Kusturica (monoespressivo), Valeria Solarino e, in un ruolo marginale, c'è anche Roberto Herlitzka. La stessa scena madre, attorno alla quale ruota tutta la trama e quindi tutta la pellicola, pare un po' troppo sofisticata e perfino patetica. Andò rimarrà fermo per sette lunghi anni dopo questo film: il successivo Viva la libertà arriverà solamente nel 2013. 3,5/10.
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