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Interceptor - Il guerriero della strada

Regia di George Miller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Interceptor - Il guerriero della strada

di Utente rimosso (rayray)
8 stelle

Forse più che una recensione è un lungo commento di pancia ad un film che tanto ho amato sin dalla prima visione.

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La strada e la benzina diventano, in questo secondo episodio della serie, il motore trainante di un'intera visione post-apocalittica arrangiata e messa in scena in modo epocale da un Miller in forma e a suo agio con un budget certamente più importante rispetto all'esordio.

 

L'abilità di guida è, ancor prima del cibo e del carburante stesso, il primo vero modo di affrontare un'esistenza funestata da dimenticati errori del passato dal sapore di guerre atomiche.

In questo grande nulla vaga, senza meta, Max. Il suo cruccio, e quello di uno spettatore che cerca ritmi tanto forsennati quanto inconcludenti, è vedere la sua (enorme) scorta di carburante esaurirsi già ad inizio film!

Ecco che quindi il "pezzo da museo", l'Interceptor, diventa tuttuno con il protagonista, a dimostrare la sua lentezza, o velocità, nel gestire una vita priva di significato che si trascina dietro.

 

La scena poi si sposta quindi ad uno scenario western: un fortino si difende, una banda di selvaggi vuole entrare, Max è in mezzo.

Lui aiuta per proprio tornaconto: non gli interessa altro che ripartire con il serbatoio pieno.

La l'esile sceneggiatura funziona e Max si ritrova quindi ad aiutare, senza volerlo, gli abitanti di questo forte adibito a riserva petrolifera, anche quando ormai la sua auto sarà distrutta e non avrà quindi altre ragioni di vita se non quella di continuare a restare in pista. La strada, concreta, ma anche a rappresentazione astratta del filo della vita è ciò che, e si evince sin da "Interceptor", genera violenza, corrompe, e forse da speranza ad ogni personaggio che la batte con abilità.

L'idea stessa che le armi da fuoco siano un lusso, e che lo stesso Lord Umungus sia in possesso di tale reliquia (perchè così tratta la sua bocca da fuoco, a differenza dell'apatico Max) lo rende un avversario e un personaggio da ricordare.

 

Tutto ciò fa da tela a pochi e sensazionali sequenze aeree, stunt folli, scontri d'auto da futuro retrò-medievale. L'occhio in macchina di Miller è sempre frizzante e le angolature ed il fuoco dell'azione è sempre concentrato. Miller pretende sempre l'attenzione dello spettatore: il montaggio a tratti lento, a tratti ritmato, circoscrive le sequenze senza lasciar sprecato un singolo fotogramma.

 

L'inquadratura finale con il "dimenticato Guerriero della Strada", Max, stavolta a piedi, è meravigliosa e fa scudo a tante altre inquadrature palestrate, muscolari che tanto piacevano in quei edonistici anni '80 d'azione al cinema.

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