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Gli insospettabili

Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film

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La recensione su Gli insospettabili

di luisasalvi
8 stelle

Sempre cinismo, disprezzo per gli altri, sempre il desiderio di vincere e dominare e fregare gli altri, come fine e non solo come mezzo per ottenere altre cose. Qui il movente apparente e dichiarato sono due donne, la moglie e l'amante di Andrew; ma entrambe sembrano interessare poco ed essere stimate meno, da entrambi: ciò che conta è la vendetta, prima per l'uno, poi anche per l'altro. Milo sembra molto più solido, rifiuta i giochi e i formalismi dell'altro, ma anche lui è preso dalla stessa smania e muore deridendo la sconfitta dell'altro provocata dalla sua stessa morte: come Cicero, ex servo che ride dopo aver scoperto di essere stato ingannato perché scopre che è stata ingannata anche la sua ex padrona.

Mike Cummings  osserva (io non ci ho badato) che "Mankiewicz pulled off a plot trick of his own to prevent audiences from guessing the outcome of the film: in the cast, he listed the names of fictional actors to fool the audience into thinking that someone would show up at a crucial moment to reverse or further the fortunes of Wyke or Tindle". Ma il film è condotto molto bene e ottimamente giocato dai due attori, per cui il piacere non diminuisce rivedendolo e conoscendo tutti i trucchi e le sorprese. Anche se spesso resta un piacere superficiale, che raramente graffia più a fondo, come altri film di Mankiewicz, quale Masquerade, che conduce lo stesso gioco  di inganni ma in modo più coinvolgente. C'è il tema, molto serio e che accompagna tutto il cinema del regista, fra  gioco e realtà e finzione, o quello analogo fra il bisogno e il vezzo di ingannare, o quello della morte e della paura di essa; ma qui sono momenti, superati dal  primario intento del gioco che finisce per riemergere proprio nelle ultime parole di Milo morente, che aveva affermato sempre il suo impegno serio nella vita, il suo rifiuto di giocare: così, mentre le parole di  Milo segnano la sconfitta di Andrew nel gioco da questi proposto e ostinatamente affermato, di fatto segnano la vittoria del gioco stesso imposto da Andrew sulle  esigenze vitali affermate da Milo: sicché entrambi escono sconfitti definitivamente nell'ultimo film di Mankiewicz: unico a uscirne vincitore sarà il regista, o il cinema stesso, con tutta la serietà degli inganni essenziali alla sua vita.

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