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L'insegnante

Regia di Nando Cicero vedi scheda film

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La recensione su L'insegnante

di solerosso82
6 stelle

Satira graffiante sui cattivi costumi della provincia siciliana, in cui la fanno da padrone le ricche famiglie, tra favoritismi e pacche sulle spalle, impreziosita dalla splendida Edwige Fenech, la cui bellezza sul grande schermo non è mai stata esaltata con così grande abilità.

La storia ruota attorno alle pulsioni sessuali dell'adolescente Franco (Alfredo Pea) costretto dai genitori ad accettare le ripetizioni per rimediare ai votacci della prima pagella. Fingendo tendenze gay, cattura le attenzioni e le cure di Giovanna (Fenech), la giovanissima insegnante privata, fidanzata del ferreo professore di ginnastica (D’Angelo). Un piano architettato con l’inganno per riuscire a portarsela a letto, ovviamente, spalleggiato dal padre, influente onorevole siciliano, sconvolto dall'idea di un figlio omosessuale.

La goliardia scolastica trova il suo modello nell'Amarcord di Fellini. L'autore romagnolo ha lanciato sia Nando Cicero, suo collaboratore tecnico romano, così come il giovane Alvaro Vitali, che ricopre nuovamente il ruolo del compagno di scuola ripetente, burlone e sporcaccione, prima della consacrazione definitiva con la serie di Pierino. Un trash di "nobile" origine, che esplode in tutto il suo fascino scatologico e raccapricciante, tra show di scoregge e battutacce di cattivo gusto. 

Senza lasciarsi  influenzare dal concitato revisionismo che va oggi di moda, L'Insegnante rappresenta senza dubbio un "film manifesto" della commedia sexy. Erotismo, volgarità ed enfatizzazione grottesca ai limiti del surreale sono le caratteristiche del cinema di Cicero, dichiaratamente "de destra" e anti-democristiano, a cominciare dal suo personale punto di vista satirico (di indubbio gusto) sugli omosessuali. I suoi personaggi sono caricature estreme, solo apparentemente paradossali, del malcostume italiano. Come tali, non mancano validi attori d'esperienza della commedia all'italiana come Mario Carotenuto (il preside), Vittorio Caprioli (il padre), Enzo Cannavale e Carlo Delle Piane (il professore), circondati da nuovi caratteristi come il già citato Vitali, Gianfranco D'Angelo e Stefano Amato (l'amico cicciotto di Pea, che chiude il trio di studenti indisciplinati).

Cicero, genio per i suoi “ammiratori”, è un regista sicuramente capace: la prima apparizione della Fenech sulle scale alterna le soggettive di Pea, nascosto a spiarla, a rapidi stacchi sul viso e le cosce della protagonista, in una scena di erotismo voyeurista d'incomparabile bellezza. Altra scena memorabile, il capogiro "pischedelico" di Franco massaggiato da un'imbarazzata Fenech, enfatizzato dalla camera che si muove in vortice a 360 °nella stanza, con punto di vista zenitale, come se lo spettatore (o "l'anima" di Pea) fluttuasse estasiata a lievello etereo: forse l'apice dell'eros cinematografico italiano.

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