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La sconosciuta

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su La sconosciuta

di ondecorte
6 stelle

I vecchi palazzi del centro di Trieste sono aguzzi come cocci di vetro. La macchina da presa indugia sugli angoli acuti, si sofferma sui marmi bianchi, cerulei, quasi a voler catturare il loro lamento trasparente. Come la bora che sferza questa città, lo sguardo di Irena (un'eccezionale Ksenia Rappoport, attrice teatrale russa d'alta scuola, ancora sconosciuta da noi) è gelido e misterioso, ma nasconde un dolore profondissimo e una tristezza faticosamente composta. Dall'Ucraina all'Italia per dimenticare un terribile passato (che troppi flashback ci rammentano in continuazione), per riannodare gli stracci della propria vita, per ritrovare pace. Ma i fantasmi seguono Irena anche nel capoluogo giuliano. Le stanno addosso, non le danno tregua persino dentro la famiglia di maestri orafi presso cui lavora come domestica. Finestre, scale, soffitte, vicoli esplodono come ghiaccio nella mente della donna. Tutto torna con la stessa modalità, la ciclicità del destino riaffiora dalle fenditure carsiche spingendo Irena davanti ai propri mostri, ma avvicinandone lo stupendo viso a una nuova possibilità di riscatto.
Tornatore firma un 'pasticcio d'autore' affrancato solamente dalla straordinaria interpretazione della protagonista (la cui performance spazza via tranquillamente un buon numero di Palme d'oro e Coppe Volpi distribuite negli ultimi anni) e da un paio di comprimari di lusso: un meraviglioso Michele Placido - nudo, pelato e cattivo oltre ogni immaginazione - e un viscido Alessandro Haber. Un film assai disturbante e confuso - in bilico tra noir, horror e melodramma - che dipinge, tuttavia, con grande suggestione visiva cerebrali atmosfere 'dark' di polanskiana memoria "infilzate" dalle schegge musicali di un Morricone in stato di grazia.

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