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Tre sotto il lenzuolo

Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film

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La recensione su Tre sotto il lenzuolo

di mm40
2 stelle

Tre sotto il lenzuolo è l'ennesima riproposizione dello schema, sorpassato ormai da un decennio e più, della commedia a sketch, nata per esigenze produttive: negli anni Sessanta il cinema italiano era una macchina tanto rodata da sfoggiare un team di sceneggiatori di qualità e di quantità, per cui spesso i produttori spingevano a riunire in un lungometraggio, sotto forma di episodi a sè, una manciata di spunti di sceneggiature non concretizzatisi. Ma da I mostri (Dino Risi, 1963), per fare un esempio positivo, a questo Tre sotto il lenzuolo intercorre una differenza abissale che sarebbe perfino inutile spiegare: sia perchè nel frattempo la commedia italiana si è fatta becera, squallida, volgare e guardona; sia perchè Tarantini e Paolella (che firma uno dei tre episodi sotto pseudonimo, Paolo Dominici) non sono certo all'altezza dei registi dei vari Risi, Monicelli, Comencini, Scola e via dicendo. Tratto d'unione fra i due mondi è stato Luciano Salce, ai quali lavori più brutti - come interprete, poichè il regista era sistematicamente il suo 'protetto' Vittorio Sindoni - si rifà infatti questa pellicola: quelli di qualche anno prima in cui c'erano spesso Walter Chiari e la De Santis, come Son tornate a fiorire le rose, Ride bene chi ride ultimo, Tanto va la gatta al lardo... e altri ancora. Anche un film di Paolella può costituire precedente: Belli e brutti ridono tutti, uscito pochissimo tempo prima di Tre sotto il lenzuolo. Al di là dei buoni interpreti (soprattutto quelli maschili: Walter Chiari, Aldo Maccione, i fratelli Giuffrè in una delle rare occasioni di 'riunione di famiglia'; perchè per i ruoli femminili bastavano spogliarelliste e non tanto attrici), il film è davvero inconsistente (e spesso volgare in maniera gratuita); sceneggiature di Tarantini, Giorgio Mariuzzo, Teodoro Agrimi e Massimo Fiore. 2/10.

Sulla trama

Tre episodi 'scollacciati' a base di mogli allegre, mariti in cerca di facili avventure (che mai si concretizzano) e 'terzi incomodi' che in realtà stanno molto comodi in tale posizione.

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