Espandi menu
cerca
Incontri ravvicinati del terzo tipo

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

Recensioni

L'autore

bradipo68

bradipo68

Iscritto dal 1 settembre 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 265
  • Post 30
  • Recensioni 4749
  • Playlist 174
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Incontri ravvicinati del terzo tipo

di bradipo68
10 stelle


Il revisonismo del concetto di alieno nel cinema di fantascienza.Credo che questo film sia uno dei primi che attua una profonda rivisitazione del concetto di alieno,in senso oserei dire filosofico.In quasi tutta la fantascienza anni 50 e 60 l'alieno è la figura negativa della pellicola,un essere sconosciuto che incute paura proprio per i segreti che racchiude e l'uomo è sempre inconsciamente impaurito da quello che non conosce.E questo rendeva facile anche un intepretazione politica di tutti i film in cui il nemico,l'alieno pareva coincidere con la filosofia che caratterizzava il blocco oltre il muro di Berlino.Speilberg annulla questa concezione negativa e un po'come successe col western in cui si rivalutava la figura del nativo americano Il regista disegna quasi un agiografia dell'alieno consegnando ai posteri un film in cui il tema principale è la ricerca di fratellanza tra popoli di diversi pianeti. E come si fa a non pensare che quelle creature piccole ,glabre curiose che si muovono un po'a scatti dallo sguardo curioso celato dietro occhi ernormi non siano i progenitori dell'E.T.di qualche anno dopo?In effetti le creature sono figlie dello stesso padre:Carlo Rmabaldi che per E.T vinse anche l'Oscar,se non erro.Nel finale vorticoso sono creature che escono da un fascio luminosissimo che ne confonde i contorni,veri e propri fratelli di un altro pianeta.Ma prima d'arrivare al finale poetico e visivamente appagante che tutti conosciamo Spielberg costruisce un film con una suspense quasi da horror in alcuni momenti:le luci si susseguono,le case tremano,la luce cerca di penetrare in ogni modo,il figlio di una delle protagoniste fugge nella luce.Prese fuori del contesto sembrano scene di un film di una qualsiasi casa stragata .E invece sono il mattone su cui costruire questo apologo sull'amicizia,un preparare la strada all'incontro ravvicinato del titolo.La NASA cerca di nascondere tutto ma alcuni arrivano e tra questi c'è un elettrcista che avrà la ventura di partire con gli alieni.In una straordinaria sequenza lo scienziato francese interpretato da Truffaut gli dice "Io la invidio".Questa frase può essere letta sia letteralmente,cioè ha invidia per il fatto che lui parta,vada per l'ignoto e lui da scienziato vorrebbe tanto sostituirlo nel viaggio intergalattico ma si può intendere anche che lui ha invidia perchè la mente dell'elettricista è una tabula rasa da impressionare e per questo priva dei pregiudizi che la scienza può dare.Può vivere l'esperienza sensoriale in maniera completa senza che la sua mente sia offuscata da inutili perchè.senza che si debbe per forza cercare la giustificazione dell'esistenza di tutto.E a me piace interpretarla in questo modo.Curioso che abbiano lavorato insieme i due registi che forse più abbiano trattato il tema della fanciullezza:lo Spielberg eterno Peter Pan usa come attore Francois Truffaut superbo teorico dell'amore e sublime antropologo della gioventù.Non è neanche strano che l'unico che non ha paura degli alieni sia il bambino proprio perchè è esente da paure e da pregiudizi,mentre egli adulti ne hanno in grande quantità,chi più chi meno.Oltre a tutto questo Incontri ravvicinati del terzo tipo è una straordinaria esperienza sensoriale:l'astronave è favolosa nel suo flusso multicolore di innumerevoli luci,gli effetti fotografici del mago Trumbull permettono di viaggiare con la mente e la fotografia è di rara bellezza.Forse la prima parte,quella di creazione dell'attesa,delle strane luci,dei cinque toni è un po'troppo lunga ma la seconda parte ripaga ampiamente tutte le attese.Anche al di qua dello schermo si ha lo stesso sguardo meravigliato e sognante di tutti quelli che vedono l'astronave.Lo vidi al cinema quando uscì,avevo solo 9 anni ma mi affascinò pur senza riuscire a comprendere tutta la portata del discorso filosofico di Spielberg.Effettivamente questo è uno dei suoi film più complessi,metafora dei sogni che può portare il cinema e del sogno stesso che è il cinema....

Su Melinda Dillon

non male

Su Teri Garr

brava

Su François Truffaut

strano vederlo in vesti di attore,panni che aveva comunque già indossato

Su Richard Dreyfuss

bravo,il solo adulto rimasto un po'bambino

Su Steven Spielberg

uno dei suoi film migliori

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati