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Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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La recensione su Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

di starbook
5 stelle

Luci e ombre su di un prodotto 'morbosetto' che si lascia guardare soprattutto grazie al riuscito ed imprevedibile finale.

Thriller anni settanta particolarmente morboso che sfrutta la presenza delle icone sexy Edwige Fenech e Anita Strindberg che mostra poche e non originali idee.

In un casolare veneto vive con la moglie (la Strindberg) e la domestica di colore lo scrittore Roivigny (Luigi Pistilli) che, soffrendo di un periodo di mancanza di vena artistica e sentendosi un fallito, si dedica alle sue passioni autodistruttive: l'alcool e una vita sessuale turbolenta fatta di sadismo, prevalentemente nei confronti della moglie, ed un completo disprezzo verso il prossimo.

La morte violenta, per mano di un assassino armato di roncola, di una amante dello scrittore, farà di quest'ultimo il principale indiziato; sarà la prima di una serie di vittime di una macabra trama intrisa di sesso e di sangue. 

La nipote dello scrittore Floriana (la Fenech), libertina e cinica, entrerà in scena nella seconda parte della pellicola ma riuscirà ad avere rapporti intimi con tutti i componenti della famiglia nonchè con un centauro particolarmente ruspante,membro della comunità paesana in cui si svolge questo 'Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave'.

Parzialmente Ispirato a 'Il gatto nero' di Edgar Allan Poe, in quel caso si trattava del gatto Plutone ma nel film di Martino il gatto prende il nome più inquetante di Satana; denota la solita contraddizione di fondo che porta a porsi la domanda: è la trama funzionale nel mostrare le grazie delle attrici di turno oppure sono quest'ultime funzionali al soggetto (come insegna l'etica cinematografica ortodossa).

Curiosità: nei panni di una appariscente prostituta, trucidata dall'assassino appena arrivata in paese, una giovane Enrica Bonaccorti quasi irriconoscibile.

Comunque salva dal disastro tutta l'operazione l'attore principale particolarmente ispirato Luigi Pistilli, convincentemente laido ed il finale ben orchestrato seppur non originale.

  

 

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