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In nome del popolo sovrano

Regia di Luigi Magni vedi scheda film

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La recensione su In nome del popolo sovrano

di OGM
8 stelle

Il Risorgimento dell'italiano medio, dei borghesucci e dei popolani, dei monellacci di strada, dei mariti cornuti e delle zitelle di buona famiglia: tutti tipi malandati e poveri di spirito, e pertanto semplici e veraci. Luigi Magni, qui come altrove, ritrae la gente italica senza donare spessore pittorico alla sua vita, né respiro lirico alla sua voce, forse perché lo spirito nostrano, più che di pane e vino, si nutre di pastasciutta e pizza; esso è infatti ruspante senza humour, e passionale senza poesia. Tuttavia ha il cuore grande di un "eroe della polenta" che finisce fucilato come un martire.
I personaggi di questo film sgambettano in un fondo di incolta ingenuità, che, però, a tratti, viene scosso da un empito di insospettata saggezza, quasi uno scampolo di ispirazione divina caduto dal cielo. È così che il carrettiere Ciceruacchio impara ad essere "a tempo perso, un uomo".

Sulla trama

La Roma repubblicana del 1849 offre lo spaccato di un'Italia visceralmente divisa tra conservatorismo cattolico e progressismo laico, però sostanzialmente unita da un ancora indefinibile desiderio di libertà.

Sulla colonna sonora

Apprezzabili melodie popolari composte da Nicola Piovani.

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