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In nome del popolo italiano

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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La recensione su In nome del popolo italiano

di Furetto60
8 stelle

Ottima Prova del grande Dino Risi

L'indimenticabile Dino Risi, attraverso questo film caustico e graffiante, fece un ritratto spietato dell'Italia degli anni 70,peraltro non molto diversa da quella di oggi.Provinciale e volgare, illegale e immorale.I protagonisti di questa vicenda sono due prototipi perfettamente opposti e  complementari di questo nostro paradossale e grottesco paese.Vittorio Gassman è un palazzinaro potente e arrogante, donnaiolo impenitente,faccendiere impunito,affabulatore falso e bugiardo, che  di contro trova sulla sua strada Ugo Tognazzi, un giudice, tutto d'un pezzo,semplice ma integro , ostinato, irremovibile e  incorrutibile.il mistero sulla  morte di una ragazza li metterà contro, dando vita ad una serie di scontri verbali,di situazioni tra il comico e il tragico, veri e propri  siparietti, ma in realtà c'è ben poco da ridere.La morale o il messaggio che dir si voglia,  è ben chiaro , il nostro è un sistema economico e politico, dove prosperano i furbi,i cialtroni,i maneggioni, che si fanno avanti corrompendo e corrodendo il nostro  tessuto sociale, in barba a divieti o a norme, che vengono sistematicamente ignorate e violate,senza scrupoli, pur di raggiungere il proprio tornaconto personale.Il palazzo di giustizia del film  è fatiscente e diroccato , metafora di una giustizia  malata, senza strumenti e senza mezzi, facilmente raggirabile. Poi basta una partita di calcio vinta, per farci dimenticare lo sfacelo in cui  versiamo  e allora ritroviamo la nostra identità nazionale  e scendiamo in strada,per festeggiare,cosa poi? Per esibire la nostra parte peggiore,per mostrare la cafonaggine,la sguaiatezza, la nostra mancanza di rispetto, la nostra intolleranza.La scena dell'auto inglese data alle fiamme per "infierire sui vinti" è emblematica .Qualcuno abbastanza importante circa centocinquanta anni fa disse: "Abbiamo fatto l'Italia ora bisogna fare gli italiani",parafrasandolo si può dire abbiamo fatto l'Europa, ora bisogna fare gli europei, non quelli di calcio.

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