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In nome del popolo italiano

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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La recensione su In nome del popolo italiano

di ChelaRossa
10 stelle

Un capolavoro assoluto sia di regia che di sceneggiatura di scenografia, insomma di tutto. Risi ci propone una pellicola dalla forte critica sociale verso un paese (già negli anni '70) corrotto partendo dal piccolo poliziotto (che rifiuta di fare una multa verso il potente ma preferisce riversarla sul primo malcapitato) fino ad arrivare al grosso imprenditore. Quest'ultimo, interpretato da un titanico Vittorio Gassman (nel film Lorenzo Santenocito), è la rappresentazione dell'uomo che per puntare in alto non guarda in basso e lascia che si inquini per dar spazio alle sue fabbriche che si disboschi per creare palazzi che si rubi dalle tasche dello stato per costruire ville fino a non avere più niente definibile come "umano" facendo rinchiudere il proprio padre in un manicomio; a contrapporvicisi un'altro grande, ma qui forse non all'altezza del primo, Ugo Tognazzi (Mariano Bonifazzi) qui magistrato finito ad indagare per la morte di una giovane ragazza. Bonifazzi indagando arriva all'imprenditore che tenta in tutti i modi di provare la sua innocenza prima cercando di farselo amico poi corrompendolo tutto ciò per arrivare a scoprire che era innocente (per quanto riguarda l'assassinio), questo sottolinea quanto l'imprenditore cerchi sempre e in qualunque situazione di sbrogliare i suoi problemi ricorrendo a mezzi vili. Il magistrato arrivato ad un passo dal poterlo incastrare viene in possesso dei diari della ragazza dalla quale si evince che non è stato l'imprenditore ad ucciderla ma è ella stessa ad essersi tolta la vita, inizialmente Bonifazzi trovandosi di fronte ad un cassonetto dei rifiuti è tentato dal buttare il quaderno così da poter incriminare Santenocito ma pensando alle conseguenze di quell'azione cioè l'essere etichettato come un magistrato che mette davanti i pregiudizi ai fatti reali decide di proseguire senza distruggere le prove, ma poco più avanti si trova riversato in un mare di folla in festeggiamento per la vittoria dell'Italia contro l'Inghilterra e qui vede un popolo facilmente condizionabile dal futile, poco interessato al sociale, aggressivo (bruciano la macchina della signora inglese) e nella gente il magistrato vede tanti potenziali Santenocito forse ricordandosi le parole del medico "ogni cittadino ispira a diventare industriale e avvelenatore del prossimo", così disgustato getta il quaderno nella macchina in fiamme. Con questo gesto estremo si capisce come delle volte c'è bisogno di violare la legge per punire chi veramente rimane inpunito; film attualissimo potremmo sostituire i nomi dei protagonisti con quelli di tanti nostri personaggi di cui sentiamo parlare ogni giorno, attuale è il distaccamento dalla realta e dalle conseguenze come l'imprenditore che costruendo fabbriche vicino al mare avvelena pesci che arriveranno sulle nostre tavole, la figlia presente/assente con quelle cuffie sempre in testa rimanendo rinchiusa nel suo mondo "perfetto", tutti che alla fin fine pensano al proprio tornaconto anche il magistrato che per punire un delinquente deve diventarlo egli stesso distruggendo (qui letteralmente) la figura puita della giustizia.

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