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L'albero della vita

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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La recensione su L'albero della vita

di Znk
6 stelle

"La morte è una malattia e io troverò una cura"

 

Spagna, XVI secolo.

La nazione sta cadendo sotto le insidie del malvagio Grande Inquisitore.

La regina teme per la sua vita e per quella del suo popolo. Così ella manda il valoroso Tomas nel Nuovo Mondo affinché egli possa trovare il famoso Albero della Vita, l'albero che Dio ha nascosto per privare gli uomini, da sempre votati al male,della vita eterna.

Tom Creo è un chirurgo molto stimato ed ammirato nel suo campo, ma, nonostante i suoi successi professionali, non è felice.

Lui deve trovare una cura per la terribile malattia che affligge la sua amatissima moglie...ma sembra non riuscirci.

Un'anima inquieta sta viaggiando in una sorta di bolla.

L'anima ha come unica compagnia un'albero decadente, che, però, sembra avere una certa importanza per lei.

La meta del viaggio è la mistica Xibalba, luogo in cui le anime si recano dopo il trapasso...e rinascono.

Chi ha visto i precedenti film di Aronofsky sarà d'accordo con me nel dire che il regista statunitense sia un regista tutt'altro che prevedibile.

Dopo gli ottimi PI GRECO - IL TEOREMA DEL DELIRIO e REQUIEM FOR A DREAM, il nostro Darren si prende un notevole periodo di pausa. Periodo nel quale partorisce il soggetto e la sceneggiatura del film in questione.

L'ALBERO DELLA VITA è, secondo me, un passo indietro rispetto alle sue opere precedenti.

Questo passo indietro è riscontrabile in una sceneggiatura, a parer mio, un po' troppo confusionaria, che limita il valore del prodotto finale.

La terza fatica di Aronofsky da regista è sicuramente un film molto imperfetto e che, sicuramente, disorienterà chi ha apprezzato le sue precedenti opere. Disorientamento provocato anche dalla mutazione della regia, che in questo film è molto meno energica e molto meno invasiva.

Però questo film, pur contando numerosi difetti, conferma il talento visivo e visionario del regista.

Talento ravvisabile in alcune scene, sparse in tutto il film, che, anche grazie alle meravigliose musiche di Clint Mansell, ci regalano 1 ora e mezza di puro spettacolo visivo.

Il film è senza dubbio uno dei film meno riusciti del regista, ma è sicuramente un film molto interessante, nel quale c'è tanta voglia di sperimentare, e anche se alla fine il risultato non è altissimo, va comunque apprezzato il coraggio di un regista che, con film come questi, si è creato numerosi fan così come si è creato numerosi detrattori.

 

 

 

 

 

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