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Lettere dal Sahara

Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film

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La recensione su Lettere dal Sahara

di barabbovich
7 stelle

All'età di 82 anni Vittorio De Seta - siciliano, uno dei grandi vecchi del cinema italiano - torna alla fiction dopo una pausa trentennale durante la quale ha girato soltanto documentari. E proprio dalla sua Sicilia parte l'odissea di Assan, senegalese che compie il suo viaggio della speranza a bordo di una delle tante carrette del mare, arriva a Lampedusa, risale lo stivale fino a Napoli, Firenze, Prato e infine Torino, dove trova persone che lo accolgono ma anche i soliti balordi dal pugno facile. Ridotto in fin di vita, non appena ristabilitosi Assan decide di tornare in Senegal, dove ritrova la famiglia e il suo maestro dell'università, al quale porta la sua testimonianza.
Girato in video, Lettere dal Sahara è una docu-fiction asciutta (a dispetto delle due ore di durata), al limite della cronaca, che racconta il "normale" travaglio di un immigrato: il problema della lingua, quello per il permesso di soggiorno, l'alloggio, il lavoro, le fughe improvvise, la xenofobia, il senso di smarrimento ma anche la solidarietà, l'amicizia, l'attaccamento alle proprie radici, l'ostinazione delle convinzioni etico-religiose. Folgorante, vibrante e incredibilmente autentico finché rimane in Italia, il film di De Seta si perde nella retorica dell'ultima mezz'ora, affidata in buona parte ai pistolotti predicatori del maestro di Assan.

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