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World Trade Center

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su World Trade Center

di Vegeta85
6 stelle

Oliver Stone è il condottiero del cinema americano. Se si dovesse paragonarlo a uno dei suoi personaggi verrebbe in mente senza dubbio il leggendario e idealista Alessandro Magno.

E' Oliver Stone che si è fatto carico di raccontare attraverso le immagini gli eventi, e i miti, più importarnti della storia americana degli ultimi '40 anni (il Vietnam e Nixon, l'assassinio di Kennedy, i mass media e il football, il rampantismo degli Yuppie negli anni '80...) talvolta scuotendo le coscienze del pubblico, e dimostrando che il cinema non è solo un giocattolo. Per questo merita il mio rispetto.

Ora, è sempre Stone a doversi confrontare con l'avvenimento più importante, e tragico, dell'ultimo decennio. Un evento di tale portata da cambiare, per sempre, la storia degli Stati Uniti, e non solo. L'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001.

Per fare ciò, il regista adotta un punto di vista inedito, quello di due poliziotti che rimangono intrappolati nelle macerie dopo il crollo del World Trade Center.

Niente teorie complottistiche, niente movimenti segreti nelle alte sfere del potere. Il punto di vista di Stone è quello appropriato, perchè è quello (vero) di due persone comuni, due padri di famiglia, che non riescono a capire quello che sta succedendo intorno a loro.
E forse è questo il giusto approccio che ora, oggi, una tragedia del genere necessitava. Perchè l'orrore e l'incredulità sono ancora troppo evidenti agli occhi di tutti. Rivedere quelle terribili immagini scatena ancora paura e meraviglia allo stesso tempo.
Non c'è spazio per una "lezione di storia", ciò che è accaduto lo sappiamo tutti, ma solo per lo sgomento e l'inquietudine.

Il film, perciò, è assolutamente "antispettacolare". Per più di metà film, la macchina da presa (ottima fotografia di Seamus McGarvey) è letteralmente incollata ai volti sporchi, e sconvolti dal dolore, di Nicolas Cage e Michael Pena. Due uomini che lottano per sopravvivere.

Il film è infatti un omaggio a quegli uomini, che l'11 settembre 2001, combatterono per salvare la propria vita e quella delle persone rimaste intrappolate a Ground Zero.

In molti hanno affermato che "World Trade Center" non pare nemmeno un film di Oliver Stone. Eppure, guardando a fondo, si può tranquillamente affermare che non è assolutamente così.

Certo, di retorica ce n'è tanta, e le cadute di tono sono parecchie, e soprattutto fastidiose. Su tutte il personaggio dell ex marine, che, guardando la croce, "sente" la necessità di andare a New York a fare il suo "dovere". Insomma, sappiamo che Stone non ci va mai per il sottile, ma il soldato "in missione per conto di Dio" ce lo poteva risparmiare.
Ma ancora: i flashback concentrati nella seconda parte. Troppi, e troppo melensi (e pure la visione di Gesù, che porge a uno dei due poliziotti una bottiglietta d'acqua, farebbe inoriddire Abel Ferrara).

Ma nonostante i tanti difetti, occorre rilevare che di "patriottismo" ce n'è ben poco in questo film.
Che cos'è che fa andare avanti i due uomini intrappolati sotto le macerie?
Non è di certo l'amore per la patria, quasi mai menzionata, ma quello per la famiglia, il bisogno di tornare a casa dalle proprie mogli e dai propri figli.
Ed è qui che emerge la sensibilità di Stone, perchè un film di questo tipo, probabilmente potrà essere aprezzato molto di più in America, o da chi ha una conoscenza approfondita della cultura USA.

Noi non eravamo là quel giorno. Noi non siamo stati testimoni di quello spirito di solidarietà che ha spinto centinaia di persone a scavare sotto le macerie (solo 20 persone sono state ritrovate vive) tentando di aiutare degli sconosciuti, e forse non potremmo comprendere, che in fondo, è giusto anche ricordare che quel giorno c'è chi ha fatto del bene.

Solo Oliver Stone, regista americano per eccellenza, poteva portare sulle spalle il peso di un film di film-evento di questo tipo.
Le intenzioni, in definitiva, appaiono sincere, e riescono a far digerire i tanti difetti presenti nel film. Che non sarà un capolavoro, ma merita perlomeno una visione.

Convenzionali e deludenti, le musiche di Craig Armstrong.

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