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INLAND EMPIRE

Regia di David Lynch vedi scheda film

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La recensione su INLAND EMPIRE

di Axeroth
10 stelle

INLAND EMPIRE, ovvero il cinema in versione peyote o ayahueca. Inland Empire è il cubo di Rubik.

Summa opera di uno dei più grandi artisti della storia cinema: regia, soggetto, sceneggiatura, montaggio, colonne sonore composte assieme all'amico Badalamenti e suonate di persona, inoltre, ha progettato e costruito i mobili delle stanze chiave del film: la casa onirica all'interno dello studio cinematografico e la stanza dove si svolge Rabbits.

In questo film si manifesta in tutta la sua maestosità il lavoro di Lynch di una vita, sia perchè ci ha messo anni per dirigere e montare questo capolavoro, sia perchè in quest'opera abbiamo un pò di tutto delle sue opere precedenti: la vecchia col viso mostruoso ed espressione terrificante, come in Lost Highway e in Mulholland Dr, ma anche in The Elephant Man, Dune e Eraserhead per non parlare di Twin Peaks. Lo smarrimento di alcuni protagonisti, e la manifestazione di sogni e perturbazioni di vite mancate, di vite desiderate o di vita vissuta, senza una reale concezione spazio-temporale degli avvenimenti, fondendo tutto a unisono.

In meccanica quantistica il presente ed il passato come il futuro vengono visti come punti di una stessa retta, e quindi essi partecipano tutti ad uno stesso momento, ma in momenti diversi di esso. Come se spezzassimo un bastoncino in 3, dove tutti e tre sono parte del medesimo corpo, ma staccati da esso e scomposti solo percettibilmente, in realtà sono tutti parte della stessa natura infinitamente. Ora mi cimenterò nell'esporre la mia teoria per dare una spiegazione ad un'opera incompresa, in parte incomprensibile, in parte mai svelata, ma in parte a parer mio molto esplicita e chiara, che esprime una visione della realtà tipica del modo di comunicare messaggi da parte Lynch il quale non diemntichiamo, idea queste perle di cinema, dopo aver compiuto sedute di meditazione trascendentale ed aver pitturato qualcosa... non dimentichiamo che è anche pittore, e che il suo artista preferito è uno dei più visionari, innovativi e psicotici non solo del nostro secolo ma dell'intera storia dell'arte pittorica: Francis Bacon. 
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Il film comincia con un disco che parla, facendo riferimento ad una stazione radio baltica (la Axx°NN) e che ambienta già tutta la trama in un albergo (osservate bene le stanze dell'albergo: sono le medesime della casa onirica nel quale improvvisamente finisce Laura Dern). Qui, come in Mulholland Dr, se si osserva attentamente l'inizio del film se ne comprende la sua (quasi) totalità, usando il "rasoio" di Occam come mezzo di analisi di testo filmico. Abbiamo una ragazza che sottoposta a ordini forzati da parte di un uomo (che poi si svelerà essere Krempi, "il fantasma") si prostituisce, e subito dopo si vede davanti al televisore a fantasticare, in primis, e in secundis a guardare una sitcom: Rabbits [sempre dello stesso Lynch con attori Laura Harring, Naomi Watts e Scott Coffey]. Il film pian piano diverrà "l'impero della mente" (se così vogliamo chiamarlo, con il titolo italiano del film) della ragazza che apparentemente è solo triste e sempre in lacrime, ma dentro di sè è terrorizzata e per sfuggire alla realtà si fa un viaggio onirico fra conscio, subconscio e immaginazione. Laura Dern non è altro che la personalità nascosta ed il sogno della "ragazza persa" (così chiamata nel cast di Lynch). Più andiamo avanti nel film e più tutto si fonde con confusione, surrealismo e nonsense. La sitcom che si fonde alla vita di Nikki (Laura Dern) e il lavoro di Nikki che si fonde al suo personaggio cinematografico (Sue) che chiamando sempre Devon (J. Theroux) Billy, dimostra di essere a tal punto immersa nella finzione da non percepire che Billy è un personaggio immaginario solo impersonato da Devon, ma che in realtà Billy è Devon (un uomo sposato e con una vita privata al quale non vuole rinunciare e rovinare con flirt occasionali, come vorrebebro quelli della tv o i suoi manager e compagni di lavoro provocandolo con anche termini coloriti: "ha un sedere stratosferico quella"). La "ragazza persa" rappresenta NOI, popolo del pianeta, che davanti alla televisione vaga nell'ignoto, perchè mentre si guarda uno spot della Coca-Cola desideriamno il corpo della modella che tiene in mano la bottiglia, ma vogliamo bere la Coca-Cola e allo stesso tempo, per farlo dobbiamo alzare il sedere, metterci in auto o su un ciclomotore e dirigerci verso il supermercato o semplicemnete aprire il frigo (questo non lo chiamate trip onirico? no? solo perchè si sta parlando di qualcosa di "normalmente immaginabile" non significa che non lo sia). Chi ha mai definito la parola "normale"? Per Lynch chi non ci dice che questo per lui sia "normale"? Molto probabilmente lo è, come lo poteva essere per Salvador Dalì, R. Magritte, M. Ernst, Bunuel o quanti altri...Noi, siamo la "ragazza persa", e nel film ci perdiamo, e per più di una volta siamo ipnotizzati sia implicitamente che volutamente: Krempi è un mesmerista, e la musica di Lynch è mesmerica. Il finale del film in due fasi rappresenta molto tristemente l'impossibilità della "ragazza persa" di poter avere figli (la farita intravaginale, simbolismo per indicare la morte della vita nell'organo riproduttore femminile: rirapressentata dal cacciavite nel ventre, punto del corpo ove stanno situate le ovaie) e allo stesso tempo di non poter riabbracciare il marito, sogno che si manifesta con senso e atmosfera di liberazione. Le donne, le prostitute che la Dern visiona, non sono altro che le sue personalità inconscie in esplosione psichica. Come se una volta caduti in un sonno profondo cominciassimo a vedere delle immagini che un attimo prima e un attimo dopo non vedremmo, prima perchè svegli, e dopo perchè svegliati. La Dern è tre stati inconsci della ragazza persa: desiderio, realtà non accettata (la prostituta imposta da Krempi) e sogno (quello di andare via dalla realtà, sia per mezzo dei sentimenti verso ciò che amava prima di quel momento tremendo della sua vita, sia per mezzo della tv, che attraverso sitcom, film e finction la fa scappare dal mondo reale) e fin qui nulla di anormale rispetto alle persone comuni, che per mezzo della musica o del cinema, o della tv, o degli amici, o della lettura di un romanzo, esce dal mondo reale per rifugiarsi in uno stato personale e privato, parallelo ma non appartenente al mondo conosciuto da tutti, ma solo, appartenente al nostro inconsico, all'Es di Freud in sostanza.

In Mulholland Dr si aveva una specie di trasposizione cinematografica dello stato psicologico di un uomo qualsiasi, ma era più esplicito il riferimento di alcuni avvenimenti alI'Io, al super Io ed all'Es. Qui invece è più impercettibile. L'abilità nel montaggio di Lynch è davvero superlativa, e dirlo è quasi poco. Pian piano che la "ragazza persa" subisce la realtà, la sua mente scende sempre più nell'oblio e si fa inghiottire dallo stesso facendoci cadere in un labirinto abissale. Perdiamo completamente un appiglio per comprendere che diavolo stia succedendo nell'intreccio. Abbiamo un momento nel film nel quale Lura Dern parla con un uomo grasso e con gli occhiali, esso non è altro che la coscienza muta e spettatrice della "ragazza persa" che fa da interrogatorio psicanalitico a parte della sua personalità per ascoltare che cosa stia accadendo nella sua mente. Alcuni momenti nel film sono assolutamente non correlati al lavoro cinematografico fra Laura Dern e Theroux, nel quale ad un certo punto non riescono a riconoscere quando sono nella realtà e quando nella finzione, almeno che grazie al contatto fisico ed emotivo, si sentano smarriti nelle scene solitarie, e questo sfasamento mentale si nota quando ne parla la Dern, spiegando a Theroux che aveva diretto una scena senza di lui e che lei percepiva come qualcosa di stranamente alienato dal film, e non parte dello stesso. Inoltre, al contempo Theroux spaesato non ricorda e non riesce a capire di cosa lei stia parlando, perchè è tale il desiderio di entrambi di adulterare (nel subconscio) che perdono completamente di vista i doveri e le cose della vita che dovrebbero vivere e che perdendo completamente di mano, vagano fra ignoto dionisiaco imperturbabile e realtà conscia non accettabile. Il finale con la famosa "Sinnerman" di Nina Simone non è altro che la ciliegina su una torta surreale, sulla quale per mezzo del jazz (musica psichedelica per eccelenza) si ha una danza che celebra la libertà della ragazza. La libertà si manifesta nel momento nel quale un suo stato inconscio, Laura Dern appunto, uccidendo Krempi, vede materializzare in lui la sua faccia terrorizzata, facendo morire con lui la parte di sè che lui aveva posseduto, liberando così l'anima dalla gabbia mortale. Come un esplosione di sensi trascendentale si apre all'Universo prendendo coscienza del suo Sè, comprendendo il suo (usando un termine sanscrito) Satya, ovvero "ciò che E' ".

Sulla trama

47 non è che un trip mentale della 'ragazza persa'. "Remake" non è altro che la parola che il suo stato inconscio usa per significare il desiderio di "rifacimento" di sè stessa per mezzo della tua-sua coscienza formata da polivalenti stati di psicosi.

Sulla colonna sonora

Le compone con Angelo Badalamenti e le suona lo stesso David Lynch. Le più belle a parer mio sono: 'What Love Does', studiata apposta per influenzare i canali cognitivi del nostro cervello, ci mesmerizza totalmente dandoci uno stato emotivo di spaesamento... e 'Polish Poem', cantata da Chrysta Bell ci dà lo stato emotivo commovente, il medesimo della "ragazza persa".. -Noi siamo Lei-.

Cosa cambierei

Consiglio di guardarlo e riguardarlo e osservare i particolari, e forse qualcosa verrà compreso. Io non mi prendo la presunzione di aver capito un film di Lynch ed in particolare di uno come questo, perchè per comprendere i suoi film bisognerebbe avere la benedizione di Lynch stesso nell'esporre un'autorecensione, cosa che non avverrà mai. Lui come genio, si diverte e s'incuriosisce, come lo stesso Jodorowsky fece con la Montagna Sacra e non solo. Forse lui stesso è inconsapevole delle sue abilità? e vuole usare il pubblico come comprensione di sè stesso spingendoci a viaggiare nella sua mente ad estrapolarne qualcosa; oppure vuole semplicemente vedere che nessuno o quasi capisce un' "h" delle sue opere per autocompiacersi del suo consapevole genio? o nessuna delle due possibilità? chissà... Ciò che è certo è che assistere a queste opere d'arte è sempre un piacere per gli occhi e l'anima.

Su David Lynch

Ingiudicabile, nel senso che è troppo grande per dargli un giudizio su scala da 1 a 10. Non è un regista, è appunto anche un pittore, e qui sceglie dei colori che dipingono le emozioni umane tutte intersecate fra di loro in una spirale che porta però alla fine del tunnel ad una speranza. In primis critica la società americana bypassando la "Maledetta" Hollywood mafiosa, criminale e ingrata a sè stessa che distruggendo i sogni di aspiranti star preferisce portare avanti i nomi dei raccomandati e venduti piuttosto che i meritevoli, seminando tristezza e desolazione. Un pò come fece anche in Mulholland Dr.

Su Laura Dern

Superlativa. Polivalente nell'espressione. Pazzesca.

Su Jeremy Irons

Ottimo, meglio del regista che c'è in Mulholland Dr, non fa niente e lo fa perfetto (era quello che voleva Lynch).

Su Harry Dean Stanton

2 espressioni del viso e 2 battute, confondono significativamente.

Su Justin Theroux

Molto bravo, in crescita di carriera, promettente.

Su Scott Coffey

Rabbit maschio.

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