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Superman Returns

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Superman Returns

di BobtheHeat
6 stelle

Il motivo che mi aveva spinto quest'estate a vedere "Superman returns" ad un'anteprima in quel di Finale Ligure era stato, oltre al tempo decisamente simil autunnale, la firma di Bryan Singer, un regista vero, non il solito stipendiato della produzione. Ero curioso di vedere se Singer era riuscito ad appropriarsi di un progetto passato gia' da diverse mani, di vedere come il suo sguardo, solitamente cupo, si sarebbe poggiato sul supereroe "senza macchia" per eccellenza. Un eroe buono, solare, privo di quei chiaroscuri e/o di quel cinismo appartenenti invece a molti altri suoi "quasi colleghi". Ed ancora come si sarebbe inserito tra i film della vecchia (e dimenticabile) serie?
Singer ne avrebbe stravolto, seguito od omaggiato la struttura? Di una sola cosa ero certo: che mai e poi mai il suo super protagonista avrebbe potuto competere con il suo sfortunatissimo predecessore, perche' emotivamente parlando, non c'era alcuna possibilita' di esser pari al Superman di Christopher Reeve. Partendo da quest'ultimo punto, si puo' dire che cosi' e' stato. Certo sarebbe stata dura per tutti, ma Brandon Routh, l'attore che lo interpreta, lo ricorda un po' fisicamente ma di carisma ne ha ben poco. Il suo Superman e' sin troppo goffo, ed e' privo di quell'ironia e di quella sottile intelligenza che invece caratterizzava il suo immortale predecessore, capace di strizzare simpaticamente l'occhio al pubblico. La responsabilita' e' chiaramente anche del regista, perche' nelle sue mani il nostro super eroe diventa una vera divinita, l' unica speranza di salvezza della societa'. Insomma caricato di un peso sin troppo eccessivo.Cio' e' evidente sia nel recupero digitale delle sequenze con Marlon Brando, alias Jar-El, suo padre, che nelle splendida e suggestiva sequenza (ottimo il lavoro del dire ttore della fotografia) in cui il nostro, sospeso in verticale nella stratosfera, cerca di "ascoltare" le voci e le grida d'aiuto provenienti dal pianeta terra. Ed ancora ovviamente nel finale, quando assistiamo in pratica alla sua resurrezione.Nello stesso tempo Singer spoglia il film di alcuni rituali, vedi il passaggio da Clark Kent a Superman, con conseguente cambio d'abiti e volo a razzo sulla citta'. E Enfatizza meno le sue imprese, rendendo il film meno action e anche molto meno divertente di quanto avrebbe potuto essere. Tutto cio' poi non si amalgama a dovere con l'intenzione di omaggiare chiaramente il primo film della serie diretto da Richard Donner. Questo "Superman returns" ne e' in pratica un seguito a tutti gli effetti. L'operazione nostalgia e' anche qui evidente, vedi sempre la presenza dello spezzone con Marlon Brando. O ancora l'utilizzo come mamma del nostro supereroe dell'attrice Eva Marie Saint. E certamente i richiami al film di Donner sono chiari nei flash back che un sin troppo meditabondo Superman ha della sua infanzia, quando lo rivediamo ancora compiere balzi sbalorditivi e correre velocissimo in mezzo ai campi nei pressi della sua fattoria. Singer cerca anche di recuperare, non riuscendoci, quell'alchimia che era presente nel primo episodio della serie tra Superman e Lois Lane , ma la presenza di Kate Bosworth , per'altro poco aiutata anche dalla sceneggiatura, e' insipida quanto quella del protagonista. Sono invece da elogiare le sontuose scenografie cosi' come il lavoro del direttore della fotografia di Newton Thomas Sigel. E funziona Kevin Spacey (un applauso lo merita anche il doppiatore) nei panni dell'antagonista per eccellenza Lex Luthor, bravo nel non far rimpiangere quello intelligentemente interpretato a suo tempo dal grande Gene Hackman. Peccato pero' che di lui il film se ne dimentichi o quasi nella parte centrale.Quanto alla novita' del film, va bene avere una visione cupa e triste della realta', ma il figlio di Superman non lo si poteva rappresentare un pochino piu' sveglio e vivace? Ad ogni modo negli Stati Uniti il pubblico ha apprezzato il risultato finale, visto che il film e' riuscito ad incassare circa 200 milioni di dollari, soldi che riusciranno a colmare i soliti spropositati costi di produzione di questo genere di film. Da noi ho la senzazione che non riuscira' a replicare tali risultati, nessun problema se verro' smentito. Tuttavia se nella realta' di tutti i giorni di Superman ce ne vorrebbero molti, non solo in Libano ma anche tra le mure domestiche o in ufficio, cinematograficamente parlando potrei anche farne a meno. E invece no, e' probabile infatti che a breve volteggera' nuovamente nei cieli, in compagnia magari di suo figlio... Ma prima fatemi vedere il nuovo "Spider Man" di Raimi, eroe meno super, ma che piu' mi si addice.

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