Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Giocato tutto sulla psicologia dei protagonisti, il film di Mankiewicz nella relativa staticità dei luoghi (due soli contesti fanno da sfondo alla storia: il giardino esotico ed il manicomio, con la sola digressione del finale) si avvale in questo della professionalità di tre mostri sacri come Liz Taylor, Katharine Hepburn e Montgomery Clift (a soli tre anni dal grave incidente che segnerà per sempre la sua vita futura). Qualche scorciatoia psicoanalitica non proprio ortodossa non manca, ma il film mantiene immutato il suo fascino a metà tra thriller psicologico ed un horror d'antan (soprattutto nel concitato e macabro finale). Uno di quei rari casi dove la bravura dei protagonisti riempie quasi interamente il successo di una pellicola, che per il resto sarebbe probabilmente rimasta in un limbo di semplice adeguatezza al dramma di Tennessee Williams di cui rappresenta la trasposizione cinematografica.
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