Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Il tema portante di questo film all'epoca era considerato talmente pruriginoso e scabroso da essere appena accenato,quasi incidentalmente in un dialogo.Oggi abbonati ad un bombardamento mediatico quotidiano non si può far altro che sorridere della cautela(ma forse era vera e propria paura) con cui ci si distanzia dal discorso sull'omosessualità del ghost character di questo film,ovvero quel Sebastian che vediamo di spalle solo in qualche fugace sequenza prima del finale.Anzi ad un certo punto del film quando Catherine parla del legame morboso tra Sebastian e la madre l'ambiguità è totale.Se non avessi conosciuto l'argomento di questo film avrei pensato che l'insinuazione riguardasse una relazione incestuosa tra Sebastian e la madre.Impressionante scenograficamente il giardino creato nel retro della casa,una sorta di minaccia incombente,una natura minacciosa che sembra più matrigna che madre,un degno sfondo di un gioco al massacro perseverato e condotto sul filo di una recitazione sempre al limite del parossismo.E'un film di attori favolosi,la Hepburn colora un personaggio di rara sgradevolezza senza scivolare nella caricatura,la Taylor soprattutto nel cataclismatico finale dimostra quanto è brava ,mentre Clift abilmente riesce sempre a stare sotto le righe.Pur se è un film tratto da un atto unico teatrale(d Tennessee Williams) quasi non ci si accorge della sua origine.Mankievicz con la sua macchina da presa sempre in movimento ci regala la visione di un mondo distorto dal denaro che prevale sugli affetti.E gli scorci del manicomio che inquadra non sfigurerebbero in un documentario di Wiseman...
regia eccellente
una prova magnifica
ottima anche la sua prova
abile nello stare sempre sotto le righe
non sfigura
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