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L'impiegato

Regia di Gianni Puccini vedi scheda film

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La recensione su L'impiegato

di Furetto60
7 stelle

Nando,alias Nino Manfredi, anonimo impiegato presso l’Istituto Case Popolari, conduce una vita modesta, tra il suo modesto appartamento e l’ufficio; vive con sua sorella, single come lui e in compagnia di un gatto. Spesso, ma non volentieri, viene allietato dalla presenza di Francesco, un collega vedovo e scroccone, che è entrato nelle grazie di sua sorella Lisetta, Anna Campori. È profondamente insoddisfatto del suo lavoro, costretto ad ascoltare le lamentele degli inquilini, riscuotere le pigioni, inviare le lettere di sfratto. Riesce ad evadere dalla noiosa routine quotidiana solo nelle ore notturne, quando si ritrova nel suo fantasioso mondo onirico ,in cui si realizzano tutte le sue aspirazioni; nel sogno più ricorrente, lui è come il protagonista del giallo Mondadori di cui è incallito lettore, uno scrittore di successo che vive in una villa sul mare, amante dell’affascinante Joan,alias Anna Maria Ferrero, ex ballerina a Las Vegas, scappata dalle grinfie dello spietato boss McNally.

 Un brutto giorno giunge da Milano un ispettore esperta in “Risorse umane”, la volitiva dottoressa Jacopetti, Elena Rossi Drago, una donna energica e molto esigente, decisa   a cambiare la politica aziendale, ispirandosi a teorie anglosassoni di “human engineering", per operare “una trasformazione degli ambienti e delle mentalità” Il soggetto richiama alla mente "sogni proibiti", e sicuramente è stato fonte d'ispirazione per Villaggio:la scena della vestizione è molto simile a quella di Fantozzi. La satira sullo "spirito aziendale" è attualissima e feroce; bersagli sono da una parte il freddo grigiore della burocrazia nostrana, sterile e farraginosa, ma dall’altra anche quei metodi importati dall’estero, sulla scorta di discutibili studi di psicologia del lavoro, molto teorici, ma poco pratici: nell’ufficio vengono rimossi gli affreschi settecenteschi, non consoni allo spirito moderno; l’apoteosi del salace sarcasmo, viene raggiunta nella scena in cui Nando e Francesco devono redigere una lettera di sfratto, aderendo alle nuove moderne disposizioni: “Firmo Somma Francesco o Franceschino tuo? “La Jacopetti però fa sul serio e minaccia di licenziare i sottoposti ostici ai mutamenti, a cominciare da Nando che pare essere entrato proprio nel mirino della solerte dirigente; i suoi sogni non sono più idilliaci, ma si sono trasformati in incubi, la protagonista non è  più Joan, ma la sua nemica Ispettrice.

Primo film con Nino Manfredi protagonista assoluto; regista Gianni Puccini teorico e critico di cinema, direttore del Centro Sperimentale

L’impiegato è una commedia agrodolce, molto raffinata, un mix ben dosato tra realtà e fantasia; le caustiche battute di Manfredi tengono banco alla grande:” Il collega ha avuto la fortuna di ammalarsi e io lo sostituisco” dice agli utenti, mentre gestisce diversi sportelli simultaneamente, la sua prova d’attore è magistrale, mai sopra le righe, sempre misurata, coadiuvato anche da comprimari di classe, come  Sergio Fantoni,  Gianrico Tedeschi, la già citata Eleonora Rossi Drago, Pietro De Vico che interpreta alcuni siparietti comici nelle parti oniriche; carino il cameo di Cesare Polacco, ispettore dei Caroselli televisivi per la pubblicità della brillantina Linetti, che solo gli ultrasessantenni possono ricordare e apprezzare. Tra gli sceneggiatori anche il maestro Elio Petri e lo stesso Nino Manfredi. Buona l’ambientazione in una Roma anni Sessanta, con interni da cinema neorealista, cui Manfredi fa riferimento con una battuta, nell'incipit.

Un bel film da cineteca, ha più di 60 anni ma non li dimostra.

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