Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
L'opera seconda del giovane Luigi Comencini è anche l'unica nella quale può contare sulla maschera di Totò. Peccato che la storia a mano non possieda sostanza alcuna, risolvendosi quasi in un pretesto per una serie di gags non particolarmente divertenti del protagonista.
La commedia all'italiana, genere nel genere che segnerà fortemente i nostri anni '50 e '60 (e non solo a livello cinematografico), era capace di mostrare in maniera garbata, intelligente e spesso estremamente acuta spaccati di vita di un Paese che andava via via riprendendosi da ventennio fascista e seconda guerra mondiale. Quando tali pellicole potevano contare poi sulla presenza del genio partenopeo di Antonio De Curtis i risultati erano sempre esilaranti. Sfortunatamente le prime opere di Totò precedono tale periodo e tutte, nessuna esclusa, si limitano alla farsetta costruita attorno alla maschera del protagonista. “L'imperatore di Capri”, al pari di altri titoli coevi (“Totò le moko”, “Totò al giro d'Italia”, “I pompieri di Viggiù”, ecc.) è proprio questo: Totò impegnato a fare Totò e sullo sfondo una storiella debolissima che non è null'altro se non il pretesto per dar vita a tali gags. Il film, oggettivamente poco divertente, si segnala forse solo per essere stata la prima ed unica volta insieme per il regista Luigi Comencini (qui alla sua opera seconda) e Totò. Simpatia di Totò a parte, forse solo il personaggio dello snob, interpretato benissimo da Galeazzo Benti, è qualcosa di positivo da ascrivere al film. Curioso invece l'inizio, con Totò che legge i titoli di testa (per la verità solo i nomi degli attori) al posto delle canoniche didascalie. E risulta oggi difficile stabilire se tale scelta sia stato un colpo d'estro degli autori o un semplice escamotage per aggirare un analfabetismo ancora piuttosto diffuso nel nostro Paese. Altra curiosità: in un paio di scene all'interno dell'hotel si vedono chiaramente dei poster pubblicitari dell'Alitalia. Essendo il film del 1949 dev'essere stato questo uno dei primissimi casi di pubblicità 'occulta' in Italia.
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