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Estasi

Regia di Gustav Machaty vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Estasi

di alan smithee
9 stelle

locandina

Estasi (1933): locandina

VENEZIA 76 - PRE-APERTURA -

CLASSICI RESTAURATI

Il matrimonio si è concluso e l'idillio pare perfetto: Emile solleva la giovane sposa Eva per farla accedere al nido coniugale. La donna freme per il desiderio., timorosa per le incognite che si celano dietro la consumazione di un rapporto di coppia ufficializzato, ma di cui nessuno le ha certamente mai rivelato nulla. Poi, grazie a precise inquadrature su singole, precise parti anatomiche, scorgiamo che non tutto è idilliaco come sembra: lo sposo non è proprio più un ragazzino, e dal sollievo che prova a togliersi una scarpa sin troppo stretta, deduciamo che soffra di problemi di circolazione legati all'età.

Hedy Lamarr

Estasi (1933): Hedy Lamarr

Il matrimonio non viene consumato, né quella sera, né tantomeno le successive e ad Eva non resta che far ritorno dal padre, delusa, amareggiata, a cercare di riprendersi tra l'amenita' della campagna in pieno rigoglio. Un bel mattino, dopo una corsa a cavallo, la sua puledra scappa richiamata da un maschio esuberante suo simile, proprio mentre la giovane sta nuotando nuda in uno stagno. Un baldo ingegnere di nome... Adam (non certo a caso, ovviamente), acciuffa l'animale, nota la donna nuda ed imbarazzata tra i cespugli, le porge la veste, e dallo scambio di sguardi più intenso forse di tutta la storia del cinema, nasce poco per volta - lasciata da parte la diffidenza, la ritrosia di circostanza, il timore e la vergogna - nasce l'amore, anzi, per meglio dire in termini pratici ma veri, l'attrazione più pura, carnale certo, ma così condivisa da risultare sacra. Per Eva sarà l'estasi, e la fine drammatica del suo già compromesso matrimonio; per Adam una storia d'amore breve, ma così intensa che l'uomo non riuscirà più a scordarla.

Aribert Mog, Hedy Lamarr

Estasi (1933): Aribert Mog, Hedy Lamarr

Hedy Lamarr

Estasi (1933): Hedy Lamarr

Film notissimo (per il nudo integrale della Lamarr, sopeattutto, donna di rara bellezza, della quale solo molto tempo più tardi si trovò occasione per celebrarne la brillante intelligenza da scienziata ed inventrice e il coraggio antinazista di cui si rese promotrice), ma assai poco visto per le censure e l'alone di scandalo che la pellicola si portò sempre inevitabilmente appresso - in realtà Estasi celebra l'amore più puro, sacro e disinteressato puntando sui particolari, su inquadrature indirizzate su dettagli in grado di riuscire a rappresentare ciò di genuino che altrimenti avrebbe costituito davvero un valico verso la pornografia più manifesta: la rappresentazione della scoperta del piacere, dell'appagamento condiviso, del raggiungimento dei sensi: sentimenti tutt'altro che volgari od osceni, che al contrario l'abilità del regista ceco Gustav Machaty elevano al rango del sentimento più sincero, e dunque più puro.

Hedy Lamarr, Aribert Mog

Estasi (1933): Hedy Lamarr, Aribert Mog

Hedy Lamarr

Estasi (1933): Hedy Lamarr

E, al di là di una vicenda esile e forse pure per certi versi qualunque - le vicissitudini tragiche di un matrimonio non consumato per impotenza coeundi di un marito troppo anziano, dato in sposa per convenienza ad una diciottenne di buona famiglia - sono i particolari inquadrati e scanditi dalla macchina che costituiscono la vera, magica, differenza che eleva il film in zona capolavoro: le espressioni di meraviglia, il piacere che si manifesta con l'apertura appena accennata delle labbra; il sorriso d'intesa del giovane maschio irretito dal desiderio, forma pura ed adeguata di celebrazione e di culto per la bellezza della donna amata; ma ancora sottigliezze come il particolare dell'atteggiamento greve del marito che uccide quasi senza un vero motivo un'ape ad inizio film schiacciandola sotto una sedia, laddove Adam ne fa fuggire un'altra simile dal fiore che sta per regalare alla sua amante, con un delicato soffio in grado di sedurre ulteriormente la sua amata.

Hedy Lamarr

Estasi (1933): Hedy Lamarr

Hedy Lamarr

Estasi (1933): Hedy Lamarr

E la forza dei sensi espressa dai cavalli in amore, e per questo incontenibilmente attratti uno all'altro. Estasi esprime e rende palpabile meglio di ogni altra occasione in un film, la bufera dei sensi che si crea come conseguenza di un amore che non può essere fermato nella celebrazione del suo sacro sentimento. Di fronte a ciò, alla potenza di tutto questo sentimento, il nudo della pur splendida Hedy Lamarr è solo superficie, solo folklore, lo stesso un po' grossolano e facilone che ha contribuito a rendere famoso, ma anche inaccessibile, un film puerilmente e stupidamente vietato e martoriato dalla censura. Il restauro veneziano, attuato dopo più di due anni di lavoro mediando le versioni disponibili presso una decina di cineteche al mondo, ed in mancanza di negativi, riporta scrupolosamente all'ipotetico splendore iniziale della versione in concorso al Festival di Venezia del '33 (ovvero alla sua seconda edizione, ove il film si guadagnò il premio per la miglior regia), un gioiello frutto di quell' epoca ibrida ed incerta che segnò il passaggio travagliato e solenne dal muto al sonoro.

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