Regia di Robert Altman vedi scheda film
Lazing in the foggy dew
Sitting on an unicorn
No fear, you can't hear me
But i can you
( Syd Barrett 1967)
Guardare tutto. Vedere oltre. Far saltare i confini tra immagini desiderate e vissute. Nella narrazione altmaniana sono bandite le interpretazioni autentiche, nella favola di Cathryn ogni spettatore ci vede quello che vuole. Nel denudamento morale e psicologico della protagonista avviene lo smontamento della logica finale del cinema fantastico, la sua estrema ratio, la descrizione concreta dei nostri demoni. Quando tutto appare irrazionale siamo sinceri con noi stessi, ci confrontiamo con le nostre frustazioni rifugiandoci nella fantasia. Il rifiuto della realtà significa esplorare le possibilità labirintiche e sensoriali di ogni opera d'arte, nelle quale ogni elemento è ugualmente importante come un pezzo da puzzle. In questo trionfo dell'accumulazione chi guarda può non solo vedere un film diverso ma può anche vedere un film personale. Lo spettatore può secondo me sostituire alle frustazioni sessuali della proagonista le proprie frustazioni , può togliere i demoni di Cathryn e concretizzare i propri. La masturbazione geniale del Fellini di otto e mezzo si è raddensata e ha perso ogni legame possibile con la razionalità. La crisi artistico-onirica è qui diventata visivo-psicologica occupata da frammenti nonsense senza soluzioni di continuità negando ogni appiglio analitico che spieghi meglio del titolo l'imperfetta perfezione della favola raccontata. Un film unico e irripetibile come The Piper at the Gates of Dawn dei Pink Floyd fatto di suoni concreti e colori autunnali.
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