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Howard e il destino del mondo

Regia di Willard Huyck vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Howard e il destino del mondo

di Fanny Sally
4 stelle

Un papero alieno dalla vita infelice viene catapultato sulla Terra da un esperimento scientifico e diventa il salvatore del pianeta.

Tra gli innumerevoli supereroi ideati dalla Marvel Comics il papero alieno Howard non è certo passato alla storia, eppure un produttore di successo come George Lucas finanziò un lungometraggio dedicato proprio a questo bizzarro personaggio, sorta di antieroe buffo e sprezzante, protagonista di un film che viene ricordato come uno dei peggiori mai usciti sul grande schermo.

Visto a distanza di anni effettivamente il giudizio non cambia, sebbene stia sullo stesso livello di molti altri prodotti di quel periodo destinati ad un pubblico più o meno giovane nei quali la sceneggiatura non brilla per fantasia o sagacia, né la regia o il reparto tecnico manifestano guizzi artistici degni di nota.

 

La storia ruota intorno a questo alieno dalle sembianze di un papero parlante che un giorno, senza un’apparente ragione logica, mentre se ne sta seduto sulla sua poltrona di casa a fissare il vuoto e a deprimersi per la propria vita non proprio soddisfacente, si ritrova catapultato tra le strade buie e malfamate di una città americana. Dopo aver salvato la bella Beverly dall’aggressione di alcuni balordi, con la quale stringe un’amicizia che a tratti sembra dover sfociare in qualcosa di più, scopre che è in atto l’invasione di una malvagia e pericolosa specie extraterrestre che vuole usare lo stesso portale con il quale ha inconsapevolmente viaggiato lui. A quel punto, suo malgrado, diventa l’eroe della situazione.

 

La trama dunque è abbastanza classica nel suo impianto, ma l’umorismo che aleggia nella vicenda, dai chiari intenti parodistici, risulta abbastanza debole, spesso decisamente puerile e al contempo anche un po’ grossolano, con alcune scontate allusioni a sfondo sessuale. La realizzazione del piumato protagonista inoltre lascia molto a desiderare, non riuscendo mai a risultare credibile, pur apprezzando lo sforzo di costumisti e truccatori. Il ritmo si perde in più parti, per poi condurre ad un finale convulso in cui tutto trova una rapida quanto prevedibile risoluzione.

 

Insomma, nonostante una vaga originalità del soggetto (dovuta comunque alla fonte di ispirazione) e il gran dispendio di soldi e risorse umane per la sua realizzazione, questa pellicola si classifica ancora oggi come uno degli esperimenti più maldestri e bislacchi tentati dal cinema di intrattenimento degli anni ’80.

 

Solo per cinefili curiosi.

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