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La porta d'oro

Regia di Mitchell Leisen vedi scheda film

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La recensione su La porta d'oro

di Baliverna
8 stelle

Proprio un bel film, ingiustamente dimenticato. Difficile classificarlo in un genere preciso: c'è del dramma, del sentimento, del romanticismo, e della commedia. Il tutto è molto ben amalgamato in una vicenda interessante che avvince, che è peraltro anche molto umana. Del resto con un sceneggiatore di nome Billy Wilder e un Mitchell Leisen come regista difficilmente poteva trattarsi di un prodotto mediocre.
Il protagonista (un bravo e misurato Charles Boyer) si trova davanti ad una scelta non rara nel cinema, e forse anche nella vita: da una parte una donna interessata solo al denaro, alla vita agiata, ad un amore che in realtà è solo possesso e attrazione passeggera, la quale per di più non disdegna il raggiro e persino la prostituzione se si tratta di arrivare più in alto; dall'altra una donna semplice e sincera, che crede nell'amore con la A maiuscola e vuole solo condividere la vita con l'uomo amato. Il protagonista si addirebbe più al primo tipo di donna, con la quale ha già trascorso un periodo da furfanti d'alto borgo, tra casinò e ricconi da spennare. Solo la disarmante innocenza di colei che aveva in mente di sedurre e sfruttare, saprà far breccia nel suo cuore duro e cinico. E questa lei è la bella e brava Olivia De Havilland.

E' un'intensa storia di redenzione e di conversione umana con momenti di vero romanticismo non lacrimevole. Sullo sfondo c'è la tematica dell'immigrazione negli Stati Uniti, dei visti e delle espulsioni, che allora come oggi è quanto mai attuale. Si dice che Billy Wilder abbia sceneggiato una vicenda veramente accadutagli.

Ora solo una riflessione collaterale e personale. In alcuni dei personaggi del film è ravvisabile una vera smania di entrare negli Stati Uniti, al punto di farne la ragione di vita, da dedicare a ciò tutte le proprie energie, o di volerlo almeno per il proprio figlio (come la donna che ricorre a uno stratagemma per partorire nei locali della dogana e far sì che il figlio sia registrato come nato negli USA). Secondo me in questo campo ci sono, allora come oggi, degli eccessi e dei fanatismi fuori luogo, che più che suscitarmi compassione mi lasciano un po' perplesso. Lo stesso film mi pare mostri questi personaggi fanatici con un certo distacco. Saranno mica il paradiso terrestre 'sti Stati Uniti?

 

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